NAPOLI PERICOLOSA? Due scrittori napoletani rispondono all’articolo del THE SUN. Maurizio De Giovanni e Diego De Silva attaccano il tabloid inglese.
di Franesco Pollasto
Maurizio De Giovanni e Diego De Silva hanno risposto tramite l’Huffington post all’articolo del tabloid The Sun. I due scrittori napoletani hanno reso la loro testimonianza aldilà dei luoghi comuni.
LA RISPOSTA ALL’ARTICOLO DEL THE SUN
La risposta all’articolo del the Sun arriva da due scrittori Napoletani Maurizio De Giovanni e Diego De Silva.
I due artisti commentano il servizio del quotidiano inglese The Sun, secondo il quale il capoluogo campano sarebbe tra i “most dangerous corners of Earth ”
“A persone che parlano male della mia città, ci sono oramai tristemente abituato– spiega Maurizio De Giovanni-ma questa volta il Sun è andato davvero oltre. Prima di affermare cose del genere, bisognerebbe documentarsi, accertarsi che quei dati siano veri e non fare di tutta l’erba un fascio. Parlarne così è un odioso malcostume”.
Maurizio De Giovanni
NAPOLI PERICOLOSA?
Diego De Silva
La pensa come lui anche un altro scrittore partenopeo, Diego De Silva, in questi giorni nelle librerie con Divorziare con stile (Einaudi).
“Trovo il tutto una panzana fondata su non si sa quali dati. Penso che Napoli stia attraversando un periodo molto felice e se nell’immaginario continua ad essere una città pericolosa, questo fa parte del suo fascino”.
“Sono spesso a Roma, e l’altro ieri, con quasi quaranta gradi, nel mio quartiere (Prati, ndr) non abbiamo avuto la luce per più di dodici ore di seguito. Roma è piena di problemi, i mezzi non funzionano come altre cose e sta peggiorando ogni giorno. Ritengo che sia più pericoloso vivere lì che a Napoli”
“Le orecchie d’asino a Napoli mi hanno scocciato, ma sottolineare solo quello che non va, dimenticando tutto il resto, è sbagliato e trovo orrendo il finale di quell’articolo inglese dove si legge che :”La città gode di una reputazione talmente brutta in Italia che la frase ‘go to Naples’ si accosta a “go to the hell’, andare all’inferno'”.