Durante il match Napoli-Torino è apparso uno striscione con la scritta: “Nelle tragedia non c’è rivalità, uniti contro il Covid-19”. Un esempio di civiltà.
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I cori “napoletano coronavirus” li ricordano tutti. Storia di poco più di una settimana fa. Ad intonarli erano i tifosi del Brescia, che come altre regioni del Nord sentono ancora di più il problema del contagio a causa dei focolai di infezione presenti in quelle regioni. Eppure in quel caso i supporters delle rondinelle non si fecero problemi ad intonare cori di discriminazione territoriale contro i tifosi del Napoli. Ci furono poi le scuse certo, anche quelle della società, ma quei cori furono intonati: un segnale chiaro dell’indecenza che si vive sugli stadi italiani.
A Napoli con lo striscione esposto in curva B si è data una lezione di civiltà a tutti. Marcando una linea netta e dando un esempio a tutte quelle tifoserie che non fanno altro che insultare.
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Gli applausi del pubblico
A rimarcare ancora di più la presa di posizione della Curva B, che ha esposto lo striscione sono stati gli applausi di tutto il pubblico presente allo stadio. Anche chi guardava la partita da casa ha fatto sapere di essere d’accordo con lo striscione apparso a Napoli. I supporters azzurri lo hanno fatto sapere tramite i social, rivendicando con orgoglio, la propria napoletanità. Allo stesso tempo ci si aspetta che durante la prossima partita fuori casa venga intonato qualche altro coro di discriminazione territoriale. Tipo “napoletano coleroso” oppure “Vesuvio lavali col fuoco”. Non è un voler mettere le mani avanti, ma l’espressione di chi sa che quasi sicuramente accadrà. Anche perché accade da anni, su quasi tutti i campi di Serie A, dove si pensa più a intonare cori contro Napoli ed i suoi cittadini che ad incitare la propria squadra del cuore.