La tifoseria azzurra rende omaggio al capo storico dei Fedayn
Durante l’ingresso in campo di Napoli e Como, le curve del Maradona sono rimaste in silenzio, un gesto che non è passato inosservato. La tifoseria organizzata azzurra, nota per la sua passione e i suoi cori incessanti, ha scelto di non cantare e di non esporre bandiere o striscioni all’inizio della partita. Il motivo non è legato al campo, ma a un evento doloroso per la comunità del tifo: la recente scomparsa di Luciano Vivenzio, meglio conosciuto come “Rececconi”, storico capo del gruppo Fedayn.
Il silenzio per Rececconi: un omaggio sentito
All’ingresso delle squadre in campo, le curve hanno mostrato solo uno striscione per ricordare la guida carismatica dei Fedayn, presente sia in Curva A che in Curva B. Questo gesto ha voluto rendere omaggio a Vivenzio, simbolo di passione e punto di riferimento per il tifo azzurro. Solo dopo il rigore trasformato da Lukaku e il gol di Neres, il silenzio è stato rotto e le curve sono tornate a intonare i cori storici del Napoli.
I cori riprendono: la capolista se ne va
Dopo il rigore e la rete che hanno portato il Napoli in vantaggio, il silenzio si è trasformato in un’onda di entusiasmo. “La capolista se ne va” ha risuonato forte sugli spalti, riflettendo il momento positivo della squadra, che ora ha quattro punti di vantaggio sulla Juventus e cinque sulle milanesi. I cori hanno proseguito fino al fischio finale, accompagnando i giocatori verso gli spogliatoi con il tradizionale “Abbiamo un sogno nel cuore”, un ritornello che non si sentiva dallo scorso campionato, a testimonianza del ritrovato feeling tra squadra e tifoseria.