Morte Maradona. Dalla Palombelli a Mughini quanto fango su Diego

La morte di Maradona è stato il pretesto per alcuni personaggi, come la Palombelli o Mughini, per gettare ancora una volta nel fango l’immagine di Diego.

Quello che è stato Maradona lo sanno solo i napoletani e il resto del Mondo, in Italia si continua a gettare fango sul più grande di tutti i tempi. Se Maradona avesse giocato a Torino sarebbe stata tutta un’altra storia. Ma si è permesso di rifiutare un assegno in bianco dell’avvocato Agnelli.

Tutti i media del mondo stanno dedicando le prime pagine al più grande calciatore di sempre, l’uomo e la sua autodistruzione è un tema che hanno trattato con i guanti, con un rispetto che si da solo ai più grandi, in Italia no. Il gossip e il fango hanno avuto, come sempre , il sopravvento. Nei salotti tv si idolatra chi è accusato di stupro, chi si è dopato per anni, chi ha truffato scommettendo fior di milioni, mentre a Maradona è riservata la solita macchina del fango.

 

MUGHINI E LA PALOMBELLI OFFENDONO LA MEMORIA DI MARADONA

Su RETE4 è vergognosa la Palombelli, quando parla di Diego, arriva al punto di tirare in ballo anche il colera. La signora della tv è riuscita a fare peggio di Mughini. Il siciliano rinnegato, offende pubblicamente l’uomo Maradona: ”
Diego era sfatto, frantumato, disperato da anni. Le ultime immagini sono immagini raccapriccianti dal punto di vista umano e lo dico con commozione. Ma era un essere sfatto per le sue abitudini e ora lo facciamo diventare un santo, ma no. Un grande atleta sì, ma molto drammatico e contraddittorio“.

Diego è già santo, Maradona non ha mai rubato, scommesso o stuprato qualcuno. Ha usato la cocaina e ha pagato. Sono forse tutti santi, i grandi maestri della Tv? Per l’Italia non era un idolo, lo sappiamo da 30 anni, per Napoli e il ressto del mondo resta un dio del calcio. Basta guardare la copertina del quotidiano francese Equipe per capire il profondo rispetto che gli è stato dato. In casa nostra dobbiamo guardare tante facce “verdi” che sputano sentenze e moralizzano.

IL DOLORE E LE MAGIE DI DIEGO

Maradona e’ stato il più grande calciatore della storia e un uomo fragile e libero. Non ha mai avuto paura di dire come la pensava, che parlasse di politica o dei poteri nel calcio. Ha vissuto andando sempre alla massima velocità e ha sbattuto molte volte. Maradona una volta, intervistato da quel genio del giornalismo che è stato il suo amico Gianni Minà, confessò: «L’ho detto tante volte: non sono un santo, ma chi lo è… Mi hanno fatto passare come il cattivo del film e questo non l’ho accettato mai anche perché non ho rubato a nessuno, non ho fatto male a nessuno. Se ho fatto male, l’ho fatto a me stesso. Gianni, quando noi andiamo in campo proviamo un’allegria immensa. E’ difficile dirlo con parole, però il desiderio del giocatore di calcio, e io ho visto tanti giocatori, è poter dare allegria alla gente. Io avevo la grinta della fame, è vero. Dopo, quando è passata la fame, avevo la grinta della gloria. Oggi voglio avere la grinta per la vita».

La giusta conclusione alla nostra disamina trova compimento nelle parole di Angelo Forgione: “La retorica di un’Italia,  che ha biasimato e persino odiato Maradona, risparmi oggi la finta commozione, che è di chi non ha voluto capire quanto fosse un uomo solo, spremuto, sin da giovane. Abbiate il coraggio di dirlo dopato ora che il cuore ha smesso di sostenerlo“.

Manu Chao, La vida Tombola, "Maradona" di Kusturica

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