Una mamma racconta che il figlio invalido di 6 anni è stato lasciato fuori dai cancelli dello stadio San Paolo in occasione di Napoli-Perugia.
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In occasione della sfida di coppa Italia Napoli-Perugia, decisa da due reti di Lorenzo Insigne, la signora Elvira ha vissuto una vera e propria odissea. Napoli capitale della solidarietà, ma qualche eccezione ogni tanto ci sta come si evince dalla storia che stiamo per raccontarvi. Un bambino con gravi disabilità si vede negato l’accesso al San Paolo a causa di un difetto di comunicazione. La signora Elvira, Mamma del piccolo Rosario P. ha deciso di rendere pubblica la sua disavventura al fine di evitare il ripetersi di questi incresciosi episodi, affidando ad areanapoli il compito di divulgarla:
“Gentile redazione sono Elvira, mamma del piccolo Rosario P., volevo raccontarvi quello che mi è accaduto al San Paolo la settimana scorsa. Eravamo cinque mamme, con i nostri rispettivi bambini, due di sei anni, due di cinque anni ed una di dieci. Tutte con i tagliandi per la partita di Coppa Italia Napoli-Perugia delle quindici. Arrivati allo stadio, gli steward ci comunicano che servivano i biglietti anche per i nostri bambini, poiché avevano superato i quattro anni d’età. Così ci siamo recate alla Better nei pressi dello stadio, ma per un guasto elettrico non potevano essere emessi i biglietti. Siamo andate in giro, ma non è stato possibile in alcun modo fare questi biglietti. Nel frattempo i nostri bimbi cominciavano a fare i capricci, smaniosi di entrare sugli spalti“.
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La mamma aggiunge ulteriori dettagli: “Così, insieme a tutta la truppa, siamo tornati all’esterno dello stadio, spiegando il problema agli steward. Noi grandi, i biglietti li avevamo, ma il problema nasceva per i nostri figli.
Loro, imperterriti, ci hanno vietato di entrare. Non volevo evidenziare l’invalidità di mio figlio Rosario, ma ha iniziato a piangere, e ho chiesto allo steward se fosse possibile farlo entrare, rivelandogli questo problema.
Ha un decreto di invalidità civile per un ritardo psico motorio, ma la persona in questione, non ha fatto altro che chiuderci ancora una volta le porte in faccia. E’ vero che forse avevamo una informazione sbagliata, e dovevamo munirci prima di biglietti anche per i più piccoli, ma in questo caso è una questione di umanità, che la SSC Napoli e i suoi dipendenti, non hanno avuto nei confronti dei nostri figli. I
n questo calcio di milionari, hanno fatto tornare a casa in lacrime il mio Rosario e i suoi amichetti. Sono veramente indignata per quello che è successo. Questo calcio va di pari passo con il mondo che viviamo, senza cuore e colmo di superficialità“.