Lozano: “Spalletti mi corregge. Quando mi chiamò Ancelotti impazzii”

Hirving Lozano si racconta al Player Tribune, l’esperienza a Napoli da Carlo Ancelotti a Gattuso e Luciano Spalletti.

L’attaccante del Napoli Hirving Lozano ha parlato del suo arrivo a Napoli delle sensazioni provate in Italia dal suo approdo in Campania nel 2019. In una lunga lettera aperta pubblicata da The Players Tribune, Chucky ha parlato anche dei tre allenatori avuti in azzurro.

LOZANO E LA CHIAMATA DI ANCELOTTI

“Dopo la Coppa del Mondo (e il terremoto), accadde un’altra cosa incredibile. Un giorno, ho ricevuto una telefonata da un numero italiano. “Hola, Chucky? Sono Carlo Ancelotti“. Quando ho sentito il nome, sono quasi impazzito.
Ancelotti aveva lavorato come opinionista per Televisa in Messico durante la Coppa del Mondo e aveva visto il mio gol (alla Germania ndr).

Voleva che io andassi a giocare per lui al Napoli. Durante la stagione 2018-19, ricevevo telefonate da lui ogni settimana.
Quando mi infortunavo, mi chiedeva: “Come va il ginocchio? Come procede il recupero?. È una persona così. Quando mi chiese di andare al Napoli, come potevo dire di no? Conosci già Ancelotti. È un grande allenatore, ma è ancora migliore come persona”.

La prima sera in Italia portò me e la mia famiglia a cena con tutta la sua famiglia. E intendo tutta la sua famiglia: portò anche i nipoti. Questo fu molto importante per me, perché credo che a volte la gente non si renda conto di quanto sia difficile cambiare Paese come calciatore. Soprattutto per i latinoamericani, perché la cultura europea è così diversa e sei così lontano dalla famiglia. Ma Ancelotti sapeva come farti sentire a casa tua. Quell’umanità mi è rimasta impressa“.

GATTUSO E SPALLETTI

Ancelotti andò via e arrivò arrivato Gattuso, che vive tutto a cento all’ora, poi Spalletti, che cerca di imbrigliare al meglio quel piccolo diavolo che si siede sulla mia spalla.

L’infortunio in nazionale di un anno fa fu uno spavento: «Quella notte ho avuto paura, ho pianto e temevo per la mia vita. Il collo aveva avuto una torsione irregolare e l’occhio era quasi come esploso. Grazie ai medici sono stato fuori solo per tre mesi, ma era un miracolo essere sopravvissuto.

Per questo Mondiale abbiamo sofferto tanto. Non sono più il calciatore che ero quattro anni fa in Russia e non siamo più la stessa squadra. Però siamo lo stesso Paese e lo vivremo tutti insieme”.

LA PASSIONE DI NAPOLI

“Spero di essere riuscito ad aprire le porte ai miei connazionali. E se attraverseranno queste porte, troveranno una cultura molto diversa, ma per certi versi molto simile. La passione che i tifosi hanno qui a Napoli è incredibile. Non riesco a spiegarla. Il modo in cui sostengono la loro squadra… come giocatore, ti riempie di energia e di orgoglio. C’è anche pressione, ma ormai ci sono abituato. Mi piace“. Ha concluso l‘attaccante del Napoli Hirving Lozano.

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