Lo hanno detto veramente: Juve-Barcellona, quei centimetri dubbi non danno vantaggio

Corriere.it pubblica un articolo dove si esprimono dubbi su quei centimetri in fuorigioco rilevati dal Var e dalla macchine.

Tutto è cominciato con i gol annullati a Morata in campionato, in quel caso alla Domenica Sportiva si cominciò a masticare qualche parola su quei centimetri in fuorigioco. Pochi, quasi troppo pochi, per annullare un gol. Cosa vuoi che sia mezzo scarpino in offside? Dopo Juve-Barcellona ed i tre gol annullati (giustamente) a Morata si ritorna a parlare di nuovi di quei centimetri, pochi ma fondamentali per annullare il gol. A tornare sull’argomento è Corriere.it che con Paolo Casarin pone dei dubbi su ‘limiti’ della tecnologia:

Oggi la tecnologia sta cercando di migliorare la rilevazione del fuorigioco e si illude di averne determinato l’oggettività. Con un forte investimento si è giunti a un limitato miglioramento grazie alla competenza degli arbitri al monitor. Tante le variabili da considerare e un risultato incerto di oltre 10 centimetri che si potrebbe ridurre solo con ulteriori e discutibili investimenti. I due-tre minuti talvolta necessari per decidere sono la testimonianza della difficoltà di emettere la sentenza. Bisogna cercare soluzioni coraggiose per il calcio raccogliendo i risultati dell’attuale lavoro umano-tecnologico sul fuorigioco, ma non sprecando il lavoro d’attacco delle squadre per i pochissimi centimetri dubbi che in fondo non danno vantaggi reali all’attaccante. Cerchiamo i gol per migliorare il prodotto e poi paradossalmente li cancelliamo. Si tratta di riflettere se privilegiare, nelle decisioni dubbie, il righello o lo spirito.

Insomma ci si è battuti per anni per avere la tecnologia per rendere il campionato quanto più limpido è possibile ed ora che c’è, andiamo a sindacare sulle linee tracciate dalla macchine. Linee che valgono per qualsiasi calciatori, quindi se il gol viene annullato a Morata verrà annullato pure a Messi e Lewandowski.

La tecnologia negli altri sport

Ma la tecnologia è arrivata con estremo ritardo nel calcio. Basta guardare un attimo negli altri sport per capire quanto sia importante il mezzo tecnologico. Nel tennis o nella pallavolo, ad esempio, bastano pochi millimetri per giudicare dentro o fuori una palla. Anche in questo caso c’è la tecnologia ad aiutare l’arbitro e quando si assegna un punto, fosse anche per un centimetro, tutti accettano la decisione. Perché quella macchina è calibrata allo stesso modo per tutti.

Ma si possono fare anche altri esempi come la pallacanestro, dove gli arbitri hanno facoltà di portare indietro l’orologio anche di qualche centesimo di secondo, perché anche quello può fare la differenza. Passiamo al nuoto o al ciclismo, dove una vittoria può essere data al fotofinish. Si vince per meno di mezza bicicletta, o perché si è arrivato un centesimo di secondo prima, ma la vittoria viene comunque assegnata. Insomma la tecnologia aiuta la sport, mentre nel calcio vogliamo quasi eliminarla perché va a trovare il pelo nell’uovo.

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