La storia di una tra le più belle fontane di Napoli, oggi oggetto di incuria e vandalismo

 

Monteoliveto una tra le più belle fontane di Napoli, oggetto di incuria e vandalismo.

Di Gabriella Cundari

La storia di una tra le più belle fontane di Napoli

I monaci olivetani innanzi alla loro chiesa S. Maria di Monteoliveto (1411), uno dei più grandi complessi conventuali con ben 4 chiostri, vollero una piazza chiusa su tre lati, una sorta di sagrato che fu collegata nel 1559 allo stradone costruito col piano urbanistico dei Toledo. A chiusura di questo spazio religioso e punto nodale della città vice-reale nel 1668 (Piazzetta Trinità Maggiore), fu costruita per ordine del viceré Pietro d’Aragona, dall’architetto Donato Cafaro la fontana trilobata al cui sommo si erge la statua del giovane re Carlo II.

Questa fontana fu realizzata tra il 1668 e il 1873 e ad essa lavorarono a più riprese i più importanti marmisti e artigiani del bronzo del Regno: Mori, Santabarbaro, Lazzari, Mazzetti per il marmo e Maiorino, D’Auria e D’Angelo per il bronzo. E’ una dei maggiori esempi della scultura seicentesca napoletana, armonica e perfettamente integrata nel contesto urbano, e forse proprio per questo costituisce una delle poche grandi fontane di Napoli mai stata spostata nel corso dei secoli.

Purtroppo la fontana è da diversi anni oggetto di scempi e di incuria, tanto che per la sua difesa è intervenuta più volte un’Associazione di giovani, “Sii turista della tua città” che ha effettuato numerosi interventi di pulizia e ripristino.

 

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Fonte:  Napoligrafia et Al.

 

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