La Masia batte la “Scugnizzeria fantasma”: cosa lascia Barcellona-Napoli

L’eliminazione del Napoli per mano dei talenti della Masia evidenzia il divario con il Barça, anche a livello di settore giovanile mai decollato come la “Scugnizzeria” promessa da De Laurentiis.


CALCIO NAPOLI – Barcellona-Napoli è stata la notte dei gioielli della Masia blaugrana Cubarsì, Fermin Lopez e Lamine Yamal che, con le loro prestazioni maiuscole, hanno rimesso a nudo i limiti della squadra azzurra, anche a livello progettuale. Le tre giovani stelle hanno infatti letteralmente spento le velleità del Napoli, volando ai quarti di Champions.

Il gap con la Masia

Le eccellenti prove dei talenti catalani hanno riportato alla mente il gap oggettivo tra il vivaio del Barça e quello partenopeo, mai realmente decollato nonostante i proclami di De Laurentiis nel 2011 sulla creazione di una “Scugnizzeria” ispirata proprio alla Cantera blaugrana.

Le parole di Juan Jesus

A fotografare questo divario sono state le parole di Juan Jesus nel post-partita: “I giovani del Barcellona sono bravissimi, qui sono abituati a giocare queste partite. C’era un 2007 (Cubarsì) più piccolo di un anno rispetto a mia figlia. Spero che anche noi prenderemo qualcuno dalla Primavera.”

Cubarsì, Fermin e Yamal incubi azzurri

A fare la differenza sono stati i tre gioiellini schierati da Xavi. Cubarsì ha annullato Osimhen con letture, forza fisica e piede educato. Fermin Lopez ha spaccato le linee azzurre con dinamismo e il gol dell’1-0. Yamal, paragonato al primo Messi, è stato incontenibile con la sua velocità e tecnica sopraffina.

Il gap progettuale

L’eliminazione del Napoli rimarca così il divario non solo tecnico ed economico con il Barça, ma anche a livello di programmazione e settore giovanile. Mentre i blaugrana attingono con profitto dalla Masia, gli azzurri non sono ancora riusciti a creare quel serbatoio di talenti made in Napoli immaginato da ADL.

In attesa di ripartire con ambizioni rinnovate, il doppio confronto con il Barcellona lascia l’amara sensazione che i partenopei, nonostante gli sforzi, non sono troppo  lontani dal livello delle grandi d’Europa, ma dovrebbero migliorare un pochettino in termini di progettualità.

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