De Ligt nel mirino dei tifosi della Juve per le chat mostrate in procura, attacchi social come per De Sciglio: “Sbirro come canti”.
Caso Juve, dopo Mattia De Sciglio anche Matthijs de Ligt è finito nel mirino dei sostenitori bianconeri. Il motivo? Non hanno perdonato loro di essere gli unici giocatori ad aver fornito agli inquirenti i messaggi contenuti nella chat di squadra e messi agli atti quali prove delle “manovre stipendi”.
DE LIGHT OFFESO DAI TIFOSI DELLA JUVE
Matthijs De Ligt offeso dai tifosi della Juventus. Molti Juventini hanno invaso il suo profilo Instagram per offenderlo, insultarlo, consumare vendetta social e sfogare rabbia per la collaborazione che il difensore ha offerto ai magistrati della Procura di Torino che indagano sulla gestione finanziaria.
Non hanno perdonato (né a lui né a De Sciglio, attaccato pesantemente e bollato come “spia”) di essere gli unici giocatori ad aver fornito agli inquirenti i messaggi contenuti nella chat di squadra su WhatsApp e finiti agli atti dell’inchiesta che ha scosso dalle fondamenta la società con le richieste di rinvio a giudizio, provocando le dimissioni del presidente, Andrea Agnelli, e dell’intero Consiglio d’Amministrazione.
“Pagliaccio”. “Infame”. “Sbirro di m***a”. “Speriamo che ti spacchi il crociato”. “Vergogna… tu e De Sciglio!” alcuni dei commenti dei tifosi bianconeri a de Ligt.
Gli screenshot di quella chat che De Sciglio e de Ligt hanno girato ai magistrati durante le audizioni hanno permesso ai titolari dell’inchiesta di ricostruire “l’opacità” di un certo modus operandi. Una strategia che, contestualmente alle operazioni generate dalle plusvalenze sospette e dai rapporti con altre società, servisse a quadrare i conti camuffando gli ammanchi e che – secondo la tesi della Procura – è da perseguire per ipotesi di reato molto gravi quali falso in bilancio, false comunicazioni sociali, ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza (la Juve è quotata in Borsa), manipolazione del mercato, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.