L’ex ds Rino Foschi ha lanciato una critica tagliente nei confronti del calcio italiano, soffermando anche su Spalletti e sul Napoli.
Rino Foschi, ex direttore sportivo del Palermo, ha recentemente preso la parola a Radio Marte nel corso di Forza Napoli Sempre ‘summer edition’. Le sue dichiarazioni non sono passate inosservate, soprattutto per le sue opinioni riguardanti la gestione della Nazionale italiana e la situazione attuale del calcio nazionale.
“Disastro Italia, commissione per facilitare rapporti Club-Nazionale idea giusta? È un’ancora di salvezza. Ho avuto Prandelli come allenatore, lo stimo molto e nonostante l’ottimo lavoro alla fine si dimise, quando ha dovuto farlo, da commissario tecnico. Era all’estero e tornò in Italia per dimettersi, insieme all’allora presidente federale Tavecchio. Si tratta di persone serie. La gente che c’è oggi per me non potrebbe neanche prima dell’Europeo. Gravina e Spalletti dicevano cose ben diverse da quelle che dicono adesso”.
Foschi ha iniziato criticando apertamente l’allenatore della Nazionale, Luciano Spalletti, e il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, affermando che è giunto il momento per lui di lasciare il suo incarico. Secondo Foschi, Gravina non è stato all’altezza delle aspettative e ha contribuito a compromettere la credibilità del calcio italiano con decisioni discutibili mentre il CT della Nazionale ha fallito nel suo ruolo:
“Spalletti ha fallito: è un buon allenatore di club, ma non è stato ugualmente bravo come CT. Ha cambiato modulo più volte, creando confusione, ha approcciato nella comunicazione in modo discutibile: non può fare il CT. Anche Gravina deve farsi un esame di coscienza: è arrivato il momento di lasciare, non si arrampichi sugli specchi! Ho mandato un messaggio a Prandelli, gli ho ricordato quando si dimise e fatto notare che non altrettanto è successo dopo la fallimentare spedizione dell’Italia in Germania. Si dimise ingiustamente. Gravina passi la mano, è ora di finirla e di andare! Si sta rovinando il patrimonio calcistico umano”.
Poi ancora: “Come far tornare credibile il calcio italiano? Mettendo gli uomini giusti al posto giusto! Ci vuole un bravo CT e un bravo presidente. Serve gente che lavori per il gruppo, meno parole e più fatti, servono persone che sanno lavorare per un gruppo, sanno motivare. Mancini era un Ct adatto, Prandelli lo era, Spalletti non lo è, per me. Questo del calcio è diventato solo una roba di pubblicità, di soldi, non mi ci ritrovo più. E’ diventato un mondo falso e bugiardo, per questo non abbiamo credibilità. Per questi motivi io sono a casa in questo momento e ne sono felice. Dopo 44 anni di calcio, in cui ho fatto tutte le categorie, ho vinto 7 campionati e scoperto tanti calciatori italiani che poi hanno vinto il Mondiale nel 2006… I giovani interessanti ci sono, si dovrebbe creare una serie di regole che imponga ad ogni società di A e di B di avere in rosa almeno cinque titolari italiani. Ci sono 5-6 calciatori forti in Italia, li stanno rovinando… Ci sono società serissime che lavorano in modo egregio con i giovani, per esempio Atalanta e Torino”.
Il Napoli di Antonio Conte
In chiusura, Foschi ha toccato il tema del Napoli, riconoscendo il club per il suo scouting efficace e per il recente successo nello scudetto 2023. Ma ha avvertito che l’arrivo di un allenatore del calibro di Conte non risolve automaticamente i problemi della squadra, sottolineando l’importanza di un lavoro coordinato e bilanciato in tutti gli aspetti del club:
“Conte-Napoli? Bisogna vedere cosa farà la società partenopea. Il Napoli ha un ottimo scouting, anche grazie al quale il club ha vinto lo scudetto nel 2023. Poi la società ha commesso vari errori e si è scelto un allenatore importante per tornare competitivi. Ma non è che si prende Conte ed in automatico spariscono i problemi: il club deve lavorare bene, tutti gli ingranaggi devono funzionare correttamente ed in equilibrio tra loro”.