Insigne: «Ancelotti è l’uomo giusto per vincere. Il Napoli ha bisogno di un successo. Juve fortissima ma noi siamo lì. E in Champions daremo filo da torcere a tutti: l’ho detto a Verratti».
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FIRENZE – Un Lorenzo Insigne caricatissimo, quello che sta preparando il ritorno a San Siro un anno dopo l’esclusione clamorosa contro la Svezia. Tanta Nazionale, tantissimo Napoli, e una dichiarazione d’amore “tecnico” per Carlo Ancelotti: «Forse l’ho incontrato tardi…E’ l’uomo giusto per vincere, per me è l’allenatore ideale, sempre sereno e sorridente e umile: grazie a questo ha vinto tanto».
Sincero anche nell’affrontare un dato: quello relativo al suo rendimento in Nazionale, diverso da quello nel Napoli (solo 4 gol in 29 presenze): «Perché non si è visto il grande Insigne nell’Italia? Con questa maglia ho sempre dato il massimo, e come me tutti danno l’anima per il risultato. Ma qui si arriva una volta al mese, ed è difficile trovare l’intesa che c’è in un club. Per dire: al Napoli ci consociamo da tre anni, siamo sempre gli stessi, giochiamo a memoria, anche se sono cambiati gli allenatori, è più facile esprimersi».
AL TOP. E nel Napoli Lorenzo è partito alla grande, con 10 gol e 3 assist: «Sì, è la stagione migliore da quando sono a Napoli mai ero partito così bene. Spero di continuare così non solo per me ma per il Napoli. Abbiamo bisogno di vincere qualcosa! La Juve ha una rosa la più completa d’Europa ma dobbiamo provarci, vediamo alla fine. E il calendario non mi interessa: è questo, che si giochi prima o dopo la Juve, per me non conta. L’importante è avvicinarci a loro. Intanto penso di essere cresciuto. E vedrete, anche quando verrò sostituito non mi arrabbierò più, come mi è successo con Sarri. Quando ho sbagliato, ho sempre chiesto scusa, ma ripeto, sono maturato, non succederà più, anche perché sono il primo tifoso del Napoli. L’importante, prima di tutto, è che vinca la squadra».
ANCELOTTI L’UOMO GIUSTO PER VINCERE
Da questo punto di vista l’arrivo di Ancelotti ha un enorme valore per Insigne, sia sul piano personale che collettivo: «Intanto mi ha cambiato il ruolo. E’ successo dopo la brutta partita con la Samp, dove avevo giocato male da esterno e la sosta di settembre. Quando sono tornato mi ha parlato di questa nuova posizione. Io sono stato subito d’accordo, ho sempre preferito stare vicino alla porta spero di continuare così. Mi viene da pensare che forse Ancelotti l’ho incontrato troppo tardi…Mi piace perché ha sempre il sorriso. Ha creato il rapporto che ogni giocatore sogna di avere col proprio allenatore. E’ difficile litigare anche se ti manda in panchina. Ha un carattere semplice, è la persona più umile al mondo; questa è la sua forza che gli ha fatto vincere tutto».
LA CHAMPIONS. Se lo scudetto è un obiettivo, la Champions è un sogno. Conteso qui a Verratti, leader del Psg: «Avevamo già scherzato con Marco il mese scorso. All’inizio, quando è uscito il girone, nessuno pensava che avremmo avuto tante possibilità, ma il nostro allenatore ci ha aiutato. Gliel’ho ripetuto ora a Verratti: cercheremo di dare filo da torcere…».
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ANCELOTTI COME MANCINI
Da Ancelotti a Mancini per Insigne il passo è breve: «L’ho detto, il club è una cosa, la Nazionale è un’altra. Ma tra Napoli e questa Nazionale la mentalià è la stessa. Ancelotti e Mancini si assomigliano, li vedo simili, hanno la stessa gestione, ragionano allo stesso modo, per questo mi trovo bene qui: ora mi sembra di lavorare a Napoli. E mi auguro di dare alla Nazionale quello che ho dato al Napoli»
INSIGNE SULLA NAZIONALE
«Sono d’accordo con Verratti: la Nazionale è guarita. Qui ci sono Veterani come Chiellini, Bonucci più tanti giovani che si stanno confermando in campionato ad alti livelli. Inoltre c’è più consapevolezza tra chi come me sta giocando la Champions, dove ci si misura con grandi campioni e si migliora. E questa esperienza viene poi portata in Nazionale. Aiutiamo così i giovani che non si sono ancora misurati con le competizioni europee, dove arriveranno presto»
IL NUOVO GIOCO DELL’ITALIA
Piace a Insigne anche il modo di attaccare della Nazionale di Mancini: «Ogni tecnico ha la sua idea di gioco. Mancini ha cambiato qualcosa, sta chiedendo a noi in fase offensiva movimenti diversi. Lui ha allenato grandi campioni, c’è solo da imparare, bisogna seguirlo, ci sta aiutando perché non è facile mettere in campo le sue idee in poco tempo. Contro la Polonia si è visto qualcosa in più rispetto agli altri anni. Vero, abbiamo costruito tanto, tante palle gol, tante azioni pericolose ma ci manca un po’ di cattiveria, dobbiamo essere più concerti. Creare prima, segnare poi».
UN ANNO DOPO VENTURA
Giusto dodici mesi fa Insigne restò fuori, a San Siro, nei 90′ che valevano il Mondiale, adesso torna da leader in un Meazza con 70 mila tifosi: «Mi fa male pensare a un anno fa. Più che a quella panchina pesa il fatto di non esserci qualificati. Del resto io ho sempre accettato le scelte. Ventura riteneva che quelli fossero gli uomini migliori, eravamo fiduciosi. Adesso bisogna guardare avanti. Al mister auguro di trovare un’altra panchina. Non so quello che è successo a Verona, non commento le parole di Pellissier. Dico che mi spiace per Ventura. In Nazionale non ha fatto bene ma prima aveva dimostrato il suo valore».
RIVINCITE
Insigne ha poi affrontato altre questioni: «Adesso con Mancini, non c’è la rivincita dei piccoletti. Io dico che nel calcio non c’è bisogno del fisico ma di piedi buoni e qui ce ne sono tanti di piccoletti coi piedi buoni per portare la Nazionale più in alto possibile».