Il medico di Osimhen: “Come se fosse finito sotto una pressa. Ora ha ancora più fame di vittorie”

Victor Osimhen si è ripreso dopo il grave infortunio subito allo zigomo, il professor Gianpaolo Tartaro: “Ha ancora più fame di vittorie“.

Inter-Napoli del 21 novembre del 2021 è stato il giorno del grave infortunio di Osimhen dopo lo scontro con Skriniar. Il giocatore del Napoli ha rischiato addirittura di non giocare più a calcio. “Era come se fosse finito sotto una pressa” ha raccontato il professor Gianpaolo Tartaro che ha dovuto inserire sei placche e 18 viti per ricostruire lo zigomo del calciatore, durante un intervento delicatissimo. Ecco la sua  intervista a Il Mattino.

Osimhen fu a rischio carriera? 

Fu un intervento delicato. Ci aiutò l’esperienza in sala operatoria per evitare di toccare nervi e arterie. E fu preziosa anche la totale disponibilità del paziente. Si mise nelle nostre mani senza fare tante domande sull’intervento e sui tempi di recupero. Disse solo: “Dottore, io devo giocare”. Il suo carattere si vede in campo, d’altra parte“.

Perché Victor continua ad indossare la mascherina? 

“Scaramanzia? Non so. È stata modellata e rimodellata con l’assistenza del giocatore affinché non gli creasse il minimo fastidio. Continuo ad essere in contatto con il medico sociale del Napoli, Canonico, per aggiornamenti. Prima o poi si dovrà pensare di togliere placche e viti che furono applicate dopo il grave incidente. Ci ritenemmo soddisfatti anche per un altro aspetto: non aver lasciato alcuna cicatrice esterna“.

In campo Victor Sembra uno spericolato

Ha coraggio, sì. E lo aveva fatto vedere già dopo precedenti infortuni. Non si risparmia e credo che dopo l’operazione questo aspetto si sia ulteriormente accentuato“.

In che senso?

Osimhen fu consapevole della gravità dell’infortunio che subì a Milano. Sapeva di avere rischiato tanto, anche se noi intervenimmo immediatamente e anche la convalescenza andò nel
migliore dei modi, con i corretti tempi di recupero. Ad osservare le sue partite, sembra che adesso abbia più fame, più voglia di raggiungere obiettivi importanti. È un’opinione da tifoso, ovviamente. Rivederlo con questa determinazione, da vero trascinatore, mi fa piacere“.

Lei partecipa amissioni in paesi africani per operare bambini con gravi malformazioni: ne ha mai parlato con Osimhen?

Sono problemi che emergono in paesi come il Benin, più che in Nigeria. Non ho parlato della nostra attività con Osimhen, tuttavia da parte di personaggi del mondo dello sport c’è stata
sempre grande attenzione verso queste attività: ricordo, ad esempio, l’impegno di Koulibaly alcuni anni fa“.

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