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Calcio Napoli

Il Mattino: “Dentro il “metodo Conte”: intensità, regole ferree e quel malessere che ora scuote il Napoli”

Come sottolinea Il Mattino, lo sfogo di Lobotka e le parole di Lang hanno aperto un vaso di Pandora che Conte non avrebbe voluto vedere scoperchiato. Le affermazioni dell’olandese — «durante quei 28 giorni non ho mai visto il pallone» — sono definite dal quotidiano come «profondamente inesatte». Perché, ricorda Il Mattino, il pallone nel metodo Conte non manca mai: viene tolto soltanto nella parte finale, quando arrivano le ripetute “a secco”.

Gli allenamenti estivi erano aperti al pubblico: tutto documentato, nulla di misterioso. La seduta contiana è ossessiva, serrata, continua. Era così a maggio, quando ha portato il Napoli allo scudetto, ed è così oggi. Eppure qualcuno nello spogliatoio sembra averlo dimenticato. Il Mattino ricorda come già nel 2019, con Ancelotti, si criticassero gli allenamenti per l’intensità opposta: troppo leggeri. Ora il pendolo è tornato dall’altra parte e Conte — definito «un sergente Hartman» dal quotidiano — pretende il massimo, sempre.

«Ho un’ossessione maniacale per la vittoria», ripete spesso il tecnico. Il Mattino lo descrive come un allenatore incapace di concepire la sconfitta, fedele a un pensiero semplice e feroce: «Non puoi correre un Gran Premio a 300 all’ora la domenica se in settimana vai a 120». Da qui nasce tutta la sua filosofia.

La cultura del lavoro è il centro del suo mondo. Ogni minuto dell’allenamento — racconta ancora Il Mattino — è finalizzato al miglioramento tecnico, tattico e fisico. Dal torello al possesso palla, dalle conclusioni alle sedute tattiche interminabili: non esistono scorciatoie. Per Conte l’intensità efficace parte dall’80-85% della frequenza cardiaca massima, mantenuta per minutaggi prolungati. Uno standard che richiede sacrificio, forza mentale, resistenza allo stress.

Il quotidiano ricorda come tutto nasca dai maestri del tecnico: il professor Gianpiero Ventrone, poi Antonio Pintus. Conte ha preso, mescolato, aggiunto. E da laureato in scienze motorie, applica ogni fondamento scientifico al campo. Nelle sue settimane c’è sempre un blocco dedicato alla corsa “a secco”: la parte più dura, quella che mette alla prova muscoli e testa. È lì, sottolinea Il Mattino, che nasce la resilienza di un gruppo. È lì che si è costruito lo scudetto arrivato partendo da un decimo posto.

Conte è esigente, anche più della media. La sua ossessione è creare calciatori capaci di resistere alla difficoltà e reagire durante la partita. La testa e il corpo devono andare insieme. «La squadra deve saper soffrire, piegarsi e rialzarsi», scrive Il Mattino, spiegando come questa mentalità sia parte integrante del lavoro quotidiano.

Il tecnico guarda e analizza tutto: ore di video, montagne di dati statistici generati da algoritmi dedicati. Non cambia nulla del suo metodo, neppure ora che il Napoli sembra smarrito. Nelle ultime settimane ha aumentato volume e intensità, nonostante i mugugni di chi fatica a reggere il ritmo.

Resta da capire dove sia davvero il problema: nella testa, nei muscoli o in entrambe le zone. Conte non arretra. E il Napoli, oggi più che mai, è chiamato a seguirlo.

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redazione