Il calcio rimarrà uno degli sport più popolari in Italia nel 2022?

Un titolo che potrebbe far sorridere, ma che in realtà ci dà la possibilità di esaminare il perché la risposta sia affermativa – e non potrebbe essere diversamente. Da dove deriva tutto questo amore per il calcio nella nostra città e nella nostra penisola?

La storia del calcio inizia dai Romani

Il calcio in Italia nasce ufficialmente alla fine dell’Ottocento, con la fondazione della prima squadra, l’FC Genoa nel 1893, ma ha radici molto più antiche, che vanno addirittura ai tempi dei Romani.

Ai tempi dei gladiatori si usava giocare a una specie di calcio, l’Harpastum che consisteva nel dover portare una palla oltre a una linea in qualsiasi modo, quindi con le mani e con i piedi. Questo sport poi si è trasformato nel calcio medievale, praticato soprattutto nelle città della Toscana, dove squadre di 27 persone delle diverse contrade delle città si sfidavano in un gioco molto più simile al rugby che non al calcio moderno.

Curiosamente, già allora, quindi intorno al 1400, c’era l’uso di scommettere sui risultati delle partite presso i cosiddetti “barattieri” che praticavano la loro attività nelle taverne: oggi le scommesse sul calcio sono molto più sofisticate, e avvengono attraverso l’uso di portali online gestiti dalle aziende dei bookmaker più importanti.

Lo spirito di competizione e il calcio giocato

 

Da quei tempi, è passata molta acqua sotto i ponti, e lo sport si è evoluto e codificato con regole molto rigide, ma lo spirito sportivo e competitivo affonda proprio in quelle competizioni che permettono di sfidarsi fra amici, tra colleghi, tra persone che vivono in diversi quartieri e contrade. Se vogliamo fare un paragone, lo spirito sportivo moderno è molto simile a ciò che avviene durante il Palio di Siena: le contrade ancora oggi competono ferocemente per conquistare il Palio, che altro non è che uno stendardo.

Questo dovrebbe raccontarci molto dell’importanza della competizione sportiva per il puro spirito sportivo, come quello che accendeva i cuori intorno a Maradona, anche se oggi il calcio, con i suoi numeri, muove una parte consistente dell’economia del nostro paese. Ed esaminando i numeri, c’è davvero da restare impressionati.

I dati del CONI – i più recenti risalgono al 2018 – ci dicono che la FIGC tessera ogni anno oltre un milione di calciatori che giocano in oltre 65.000 squadre ufficiali. Vengono disputate ogni anno circa 570.000 partite su 14.000 campi omologati dalla Federazione, e arbitrate da un esercito di 31.000 arbitri e guardalinee. Insomma: c’è davvero da restare impressionati, soprattutto perché in questi numeri raccontano solo il fenomeno ufficiale di serie A e leghe minori della FIGC: tutte le partite “casalinghe” organizzate fra amici e colleghi di lavoro ne sono escluse.

La facilità di giocare a calcio

 

Il vero segreto del successo del calcio è che è uno sport facilissimo da praticare: basta una palla e uno spazio aperto. Quante sono le partite giocate ogni weekend al parco fra amici o anche tra perfetti sconosciuti? Davvero un’infinità. E se si vuole diventare un poco più professionali, esiste una rete estremamente diffusa di campetti e campi – magari anche non omologati dalla Federazione – che si possono prenotare per farsi una sgambata tutti insieme.

E da tempo non c’è neanche più bisogno di formare le tradizionali squadre da undici: la diffusione di forme di calcio alternative come il cosiddetto futsal, che noi chiamiamo calcetto o calcio a cinque, permette di organizzare più facilmente le squadre e di usufruire di campi più piccoli, disposti anche nel cuore delle grandi città per consentire davvero a tutti di praticare il calcio quale attività sportiva continuativa anziché andare per esempio in palestra.

Insomma: con numeri e premesse come queste, riteniamo di poter affermare con sicurezza che il calcio in Italia, grazie alla sua diffusione e potenzialità, possa restare lo sport dominante probabilmente per sempre.

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