Higuain: «Stasera, lo so, mi fischieranno». Il Pipita confessa il suo timore ai dirigenti bianconeri. Delusi i giocatori della juve che si aspettavano una grande accoglienza.
Di: Pino Taormina il Mattino
Higuain: «Stasera, lo so, mi fischieranno».
«Giuda» è seduto in settima-ottava fila, nel bus quasi anonimo che attraversa la città poco dopo l’ora del tramonto da Capodichino a Corso Vittorio Emanuele. «Giuda» siede al fianco del suo amico Dybala e gli mostra col ditino l’ingresso della sua vecchia casa nel Parco Matarazzo quando il pullman della Juve, uscito dalla tangenziale a via Cilea, percorre via Tasso prima di intersecare il viale del quartier generale bianconero.
«Giuda» è per il popolo napoletano Gonzalo Gerardo Higuain che ieri sera, per la prima volta dal giorno del suo addio, ha rimesso piede nella città che per tre anni lo ha eletto re. Le primissime ore del suo ritorno sono vissute nella totale indifferenza dei suoi ex tifosi: non c’è un solo striscione ad attenderlo lungo il percorso, un solo coro.
Nulla di nulla. Qualcuno invoca il suo nome, certo, per insultarlo quando alle 20.26 precise il bus arriva all’hotel Parker’s: ma si tratta di persone al di là delle transenne predisposte dagli uomini delle forze dell’ordine. E ben lontane dal varco di accesso all’hotel.
Delusi i bianconeri si aspettavano una grande accoglienza.
Ma non è gente arrivata lì apposta per il Pipita, qualche giocatore ripone il proprio telefono che era pronto a riprendere chissà quelle scene. Eppure, è davvero la prima volta che la Juve arriva a Napoli nella totale indifferenza.
Higuain si è riaffacciato sul golfo di Napoli verso le 21.15, quando la squadra si è ritrovata nel ristorante collocato sul roof garden dell’hotel. Da lì ha potuto rivedere il vecchio panorama che ammirava dal suo appartamento (dove ora vive Giaccherini).
Higuain sa bene, quello che lo attende stasera: lo ha confidato ai dirigenti al seguito della Juve. Si aspetta fischi, bordate di fischi, a ogni pallone che toccherà. Sa bene che è così, Higuain. Non si attende altro dalla gara di questa sera: anche se in cuor suo, qualche applauso se lo augura perché un po’ fa fatica a capire perché quelli che lo applaudivano ora sputano sulla sua maglia. Gonzalo era il santo, ora è un traditore.
La juve blinda la sua “star”
È stato chiaro con i suoi amici napoletani: li ha invitati a non passare a salutarlo in hotel. La Juve gli ha chiesto esplicitamente di evitare visite e ha dato precise disposizioni al direttore del Grand Hotel Parker’s di non far entrare estranei nella struttura. E un’altra preghiera al personale: di evitare selfie o altro col Pipita.
La Juve ha ordinato una cinquantina di quotidiani per questa mattina al vicino edicolante per capire meglio il clima che si respira in città. Chi ha incrociato Higuain all’arrivo nell’hotel, lo ha trovato sorridente e sereno. Chissà il tumulto che vive, invece.
Insomma, nonostante la Juve abbia blindato la sua “star” nessuno a Napoli si è disturbato per andarlo a contestare.