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Come è nata l’idea di scrivere la tua biografia?
“E’ da tanti anni che desideravo farlo, finalmente oggi ci sono riuscito, insieme a Renato Camaggio, ci tenevo tanto a raccontare i miei tanti anni passati negli spogliatoi.
La cosa più bella è l’apprezzamento da parte dei tifosi, il mio libro sta suscitando interesse e curiosità!”
Che ricordo hai delle due curve del San Paolo?
“Ricordo, che appena passavo dalla curva A a quella B, si alzava sempre il coro “carmando uno di noi” una sensazione che non ho mai più provato, mi commuovo solo al ricordo. Mi sento molto vicino alle 2 Curve, perché’ mi hanno aiutato tante volte. Credetemi se vi dico che gli voglio molto bene.”
I due presidenti con i quali hai lavorato: il calcio di Ferlaino e quello di De Laurentiis.
“Premetto, questo calcio non mi piace, preferisco il calcio di allora. Perché’ prima c’era veramente il cuore delle persone, oggi invece è tutto più distaccato.”
Cosa ne pensi del Napoli che sta nascendo?
“Sono un po’ perplesso, l’allenatore è bravo, cosa dire se il presidente vuole una squadra di soli Italiani, speriamo abbia ragione, se ci qualifichiamo 3 o 4, vorrà dire che ha vinto De Laurentiis. Se arriva 7-8 hanno perso prima i tifosi.”
Cosa ci vuole per vincere lo scudetto?
“Ci vogliono i grandi big, ma prima di tutto ci vuole: lo spogliatoio, i grandi giocatori e un grande gruppo. Se c’è il grande gruppo si vince sempre.”
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