Dybala mette nei guai la Juve: “Eravamo contrari!”. Ecco la prova che i giocatori sapevano tutto

Processo Juventus, Dybala mette nei guai i bianconeri, arriva la prova ufficiale che i calciatori sapevano tutto.

Il caso Juve si allarga, il club bianconero il 20 gennaio sarà difronte al procuratore FIGC Chinè, ma dalle carte dei PM  di Torino emergono nuovi e clamorosi retroscena.

Federico Cherubini, nel colloquio del 27 novembre 2021, è rimasto più di 8 ore in Procura, poche ore dopo la perquisizione della Finanza nella sede del club. Denunciando i suoi dubbi sul “sistema Paratici“.. Un sistema del quale Cherubini ha ammesso di essere a conoscenza. Poi è toccato al dirigente Arrivabene fornire le sue risposte alle domande dei giudici inquirenti.

INCHIESTA JUVE LE PAROLE DI DYBALA

La questione stipendi, invece, viaggia su un binario a parte spiega il quotidiano La Repubblica. Delle due manovre, la prima firmata sui moduli federali di rinuncia a 4 mesi (ma con una scrittura privata segreta che ne restituiva tre).

Dybala ha ammesso ai pm: “Io ero contrario e con me gli stranieri. I senatori cercavano di trovare un accordo tra la società e il gruppo. Alla fine sono loro che comunicano alla società la decisione della squadra” di accettare. “Questa era una cosa molto strana”. E poi, un anno dopo, la nuova manovra: “Tutti avevamo dubbi. Era strana una seconda richiesta, molti hanno lasciato ai procuratori la scelta. Poi non cambiava nulla, era solo spostare i soldi. Se vai via, te li danno comunque… Era solo uno spostamento in avanti“. L’agente di Cuadrado, Alessandro Lelli, ascoltato, ha ammesso: “L’avvocato Rodella (il legale dei giocatori assistiti dall’agenzia di procuratori) ci disse della criticità dell’operazione. Ci diceva che quella era una scrittura privata che non veniva depositata, quindi non garantiva”. Insomma, i calciatori sapevano.

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