Repubblica: De Laurentiis furioso con Garcia e la Squadra. Ecco Perché

Aurelio De Laurentiis  furioso con Garcia e La squadra dopo al scialba prestazione del Napoli a Marassi contro il Genoa.

CALCIO NAPOLI.  Dopo il pareggio del Napoli contro il Genoa, il presidente azzurro Aurelio De Laurentiis è tutto fuorché contento. Secondo quanto riportato da Antonio Corbo su Repubblica, il patron partenopeo si sente come se fosse stato messo da parte sia da Rudi Garcia che dalla sua stessa squadra.

Il Problema: Un Napoli Diverso

Il Napoli, che l’anno scorso era una squadra da scudetto, sembra aver perso la sua identità. Con solo 7 punti in 4 partite, il team non è più lo stesso. L’atmosfera all’interno della squadra è cambiata, e De Laurentiis è preoccupato.

Tocca a De Laurentiis

Tocca ad Aurelio De Laurentiis portare il Napoli fuori dalle secche. Non vi è finito solo per colpa sua, ma è suo diritto, dovere ed interesse riuscirvi con urgenza.

  1. Non concedere alibi a Garcia. Niente consigli su formazione e moduli. Se non conosce il passato ma solo il suo calcio come disse il ruvido Rudi prima di Napoli-Lazio, restituisca la squadra ad una condivisa logica di gioco, a Genova si pestavano Zielinski e Raspadori. Difesa schierata male. Due gol subiti su calci piazzati. Kvara sostituito da Zerbin (!) in fase di rimonta.
  2. Va ripristinato un codice interno. Anguissa e Osimhen impegnati in nazionale domenica sono tornati giovedì.
  3.  I ruoli distinti. Manca una gerarchia intermedia. Chiavelli èun eccellente amministratore, conta molto, può definirsi “l’altra metà della mela”, in quale direzione spinge? Sostiene l’ira di De Laurentiis o la mitiga?
  4. Manca un direttore sportivo con i pieni poteri. Se ne contano tre.
    Rispettabili. Ma forse troppi.
  5. Giuntoli onnipresente assorbiva gli sfoghi di Spalletti e della squadra, uno così ci vuole sempre.
  6. A Spalletti furono dati giocatori pronti. Kim e Kvara fenomeni subito. Natan non si è ancora visto, sembra guarito da un infortunio dei primi di agosto in Brasile. Quando era già del Napoli?
  7.  Raffaele Landolfi è un illustre clinico del Gemelli. Ma rischia di sembrare un alieno rispetto ai bravi medici di routine. Riunirli in una identità di settore può essere solo un vantaggio.
  8.  Stop alle trattative per i contratti. De Laurentiis ha anche momenti di grande generosità, appena sfugge alla sua consueta avarizia. Meglio una figura nuova per i primi contatti. Può intervenire lui da presidente e padre per dare un euro in più solo prima della firma, un presidente non deve mai apparire l’arcigna controparte. Osimhen vivrà come un incubo una trattativa in 12 puntate, peraltro irrisolta. Lui e altri certe ansie magari le trascinano per il campo.

Non basta  pensare che tutto dipenda dal cambio di allenatore, perché forse sarebbe andata così anche se fosse rimasto Spalletti. Si scopre infatti che era pessimo il rapporto tra un presidente totalizzante ed il problematico filosofo di Certaldo, uno che per riappropriarsi dello scudetto se l’era marchiato a fuoco sulla pelle, fissando in un tatuaggio la verità di una conquista.

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