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Apertura

Corriere dello Sport: “Napoli, il dualismo dei portieri: Meret e Milinkovic-Savic sotto la lente di Fabio Mandarini”

NAPOLI – Due portieri, una sola porta. Il Napoli di Antonio Conte vive un dualismo inedito tra Alex Meret e Vanja Milinkovic-Savic, un’alternanza che sta diventando uno dei temi principali della stagione. Come scrive Fabio Mandarini sul Corriere dello Sport, il tecnico ha scelto di gestire la situazione con equilibrio, trasformando l’incertezza in una risorsa.

Il dualismo

La sfida tra i pali è sul 2-2: due presenze per Meret e due per Milinkovic. «Ci sarà spazio per entrambi», ha ripetuto Conte più volte, lasciando intendere che la scelta verrà modulata di volta in volta. E infatti, sottolinea ancora Mandarini sul Corriere dello Sport, le decisioni del tecnico finora sono state influenzate dalle circostanze: l’infortunio di Meret a Firenze, la scelta tattica di affidarsi a Vanja a Manchester contro il City.

L’impatto di Milinkovic-Savic

Il gigante serbo, acquistato dal Torino per 21,5 milioni, ha già lasciato il segno. Il suo debutto in Champions è stato definito «un sogno» dal diretto interessato, e la prestazione convincente con interventi su Rodri, O’Reilly, Gvardiol e Reijnders ha rafforzato l’idea che sia più adatto a certe sfide europee. Come rimarca Fabio Mandarini sulle pagine del Corriere dello Sport, non si tratta soltanto di costruzione dal basso o lanci lunghi: Milinkovic ha dimostrato di saper garantire anche sicurezza tra i pali.

Conte e la gestione delle risorse

Il tecnico, fedele alla filosofia di aumentare la competitività in tutti i reparti, ha creato concorrenza anche in un ruolo tradizionalmente meno incline al turnover. Una scelta che, secondo Mandarini sul Corriere dello Sport, mira a garantire freschezza e stimoli costanti ai portieri, in vista di una stagione lunga e fitta di impegni tra Serie A e Champions.

Il precedente con Ospina

Per Meret, questa non è una novità assoluta. Già con Ancelotti, Gattuso e Spalletti aveva condiviso la porta con David Ospina, in un’alternanza che durò tre stagioni prima che il colombiano prendesse il sopravvento. Poi, con lo scudetto, Alex è diventato titolare indiscusso. Oggi, la storia sembra ripetersi, ma con una differenza: l’impressione è che Conte voglia arrivare fino alla fine dando spazio a entrambi, senza un vero e proprio padrone dei pali.

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redazione