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Il Napoli si ferma in casa contro il Lecce, Spalletti ha dimostrato di soffrire le squadre che giocano “addosso” al Napoli, limitandone il palleggio e aggredendo l’uomo.
Antonio Corbo su Repubblica analizza la gara del Maradona individuando alcune défaillance:
“Si è capito subito che sarebbe stata una partita complicata. Il Napoli si è lasciato frustare nei suoi incauti ottimismi. Ma un’analisi più ampia deve spiegare il disagio del Napoli: deriva da un equivoco di fondo.
È l’approccio di Spalletti con il nuovo Napoli, sarà sempre più difficile scoprire la formula ideale per assemblare un congegno da inventare se si cambiano ogni volta formazione e modulo. Come nel gioco del Lotto, si estrae un numero dopo l’altro, in attesa di quello magico.
Non funziona il tandem d’attacco: un silente Osimhen non lega con Raspadori, nomade malinconico tra le linee. Inevitabile ritirare Raspadori: qualche responsabilità è anche sua, ma sembra confuso e penalizzato in un attacco massiccio ma non coeso. Raspadori non morde se attacca, non aiuta la squadra nel raccordo. Dalla mediana a due, quella senza Lobotka, risentono tutti a vantaggio di un Lecce giovane, temibile in Banda e nel ventenne Colombo”.
Corbo aggiunge: “Nel bilancio del magro pareggio non si può non includere il flop offensivo che ha portato all’esclusione di Raspadori. Più che la spiegazione dell’ennesimo pareggio è auspicabile un cambio di metodo. Un itinerario logico: qual è il modulo migliore quali i giocatori giusti per interpretarlo? Per ora solo una onesta confusione”.