Contestazione a De Laurentiis. Da Ferlaino a Fiore la storia delle proteste

La contestazione a De Laurentiis è solo l’ultima in ordine di tempo. Da Ferlaino a Fiore, ecco la lunga storia delle proteste ai presidenti del Napoli.

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La maglia restituita a Callejon e gli striscioni contro De Laurentiis e Ancelotti a piazza del Plebiscito, sono solo gli ultimi episodi della contestazione contro il produttore cinematografico da quanto guida il Calcio Napoli.  Le proteste delle curve hanno radici più antiche dal Famoso “Ferlaino vattene“, alle bombe sotto la casa dell’Ingegniere a via Crispi. Ai tempi di Lauro fu distrutto Il San Paolo. Fiore fu il più amato.

I motivi della contestazione a De Laurentiis

Aurelio De Laurentiis ha portato il Napoli in Europa per la decima volta consecutiva. Il secondo posto virtualmente conquistato sarebbe il quarto negli ultimi sette anni. Dopo il su e giù tra B e A di fine anni Novanta, il Napoli dal 2004 è andato in C1 ed è tornato in Serie A nel 2007. Nonostante questo lodevole cammino non cessa la contestazione a De Laurentiis. Forse nasconde la collera per la fine di rapporti opachi e favori pretesi?

Il patron è accusato di essere un buon amministratore ma di non alzare l’asticella per consentire alla squadra di primeggiare. Le uscite su Napoli e i napoletani, non sono mai piaciute al popolo azzurro, ma i risultato gli danno ragione.

La distanza tra il Napoli, cioè De Laurentiis, e una parte di Napoli, cioè le curve, diviene un abisso misterioso nel quale sembra quasi non ci sia un domani. Ci vorrebbe un gesto di buon senso da entrambe le parti.

La lunga storia delle proteste contro i presidenti del Napoli

La contestazione a De Laurentiis è solo l’ultima in ordine di tempo. Ai tempi di Lauro, mischiando calcio e politica, fu devastato lo stadio di Fuorigrotta. Capitò in un giorno elettorale, scrive Mimmo Carratelli,  il 28 aprile il Napoli lottava per non retrocedere, il Modena vinse 2-0, i tifosi sfogarono la delusione sportiva e l’avversione politica al Comandante.

Fu una domenica di guerriglia con 62 feriti e 148 arresti, i danni arrecati al San Paolo vennero valutati in 130 milioni di lire Anni di violenza. Sotto le ceneri della passione calcistica covava il fuoco di un malessere sociale aizzato dalla criminalità, la passione calcistica strumentalizzata per obiettivi personali e lotte politiche.

Contestazione a De Laurentiis. Da Ferlaino a Fiore la storia delle proteste

Ferlaino: Le bombe e la squalifica internazionale del Napoli

La contestazione a De Laurentiis non è nulla se paragonata ai tempi di Ferlaino, il giovedì 28 maggio 1970 è stato il giorno più funesto. L’Ingegnere era presidente del Napoli da poco più di un anno, immediatamente inviso.

In occasione della partita (persa) contro lo Swindon Town finale del Torneo anglo-italiano, i contestatori sfasciarono al San Paolo quello che c’era da sfasciare, partita sospesa e squalifica internazionale di due anni per il Napoli.

Fiore il presidente più amato dalle Curve napoletane

Dal 1926 al 2007 ventidue partite del Napoli finirono male, sette furono le invasioni di campo, 22 le giornate di squalifica del terreno di gioco, 27 gare disputate forzatamente in campo neutro, si registrò negli anni dal 1965 al 1969, iniziati con la presidenza di Roberto Fiore e il Napoli di Pesaola con Sivori e Altafini.

Fiore è stato l’unico presidente azzurro amato dai tifosi, lo sentivano uno di loro e ne ricevevano generose concessioni per organizzare il tifo.

Contestazione a De Laurentiis. Da Ferlaino a Fiore la storia delle proteste

Dal pubblico più civile d’Europa alla contestazione a De Laurentiis

L’entusiasmo e le vittorie con Maradona fruttarono nel 1987 il riconoscimento dell’Uefa che assegnò ai tifosi napoletani il titolo di “pubblico più civile d’Europa”. Un tempo felice che registrò 526 club azzurri in tutto il mondo con 94mila iscritti. Al San Paolo furono realizzate 500 scenografie diverse, festose, ironiche, allegre.

I tempi sono cambiati, la passione è scemata, riaffiorano i rancori, la contestazione a De Laurentiis rappresenta un ritorno ad un passato che si credeva ormai lontano.

le proteste ai presidenti della serie A

Napoli non è la solita, unica pecora nera. A Cesena i tifosi pretendono rispetto dal presidente Luganesi.



Sui muri torinesi della Continassa i tifosi della Juve hanno scritto “una dirigenza incompetente senza rispetto per la sua gente”.

A Salerno intonano: “Forse chissà, succederà, canta con noi che Lotito se ne va”. E’ contestato Preziosi a Genova.

Sei anni fa, ad Ascoli, i tifosi piantarono 16 croci tombali allo stadio per ogni giocatore perché è “finita la pazienza o salvezza o violenza”.

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