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MILANO – «Max contro Antonio, i due migliori allenatori in Italia oggi: sarà una supersfida». Fabio Capello non ha dubbi. Intervistato da Marco Guidi sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, l’ex ct della Nazionale presenta così Milan-Napoli, un match che si annuncia soprattutto come confronto di panchine. «Allegri ha vinto più scudetti di tutti nell’attuale Serie A, mentre Conte è riuscito a conquistare pure la Premier League. A me hanno sempre insegnato che a vincere sono i più bravi».
«Rabiot determinante, De Bruyne l’uomo in più»
Capello, parlando con La Gazzetta dello Sport, sottolinea i punti di forza dei due tecnici: «Hanno le idee chiare, sanno adattarsi al materiale a disposizione senza pregiudizi tattici. Entrambi danno organizzazione e riconoscono i giocatori giusti, anche nelle scelte di mercato».
Tra le rivelazioni di inizio stagione, Capello indica Rabiot: «È il giocatore che mi ha più impressionato: rabbioso, determinato, determinante. Meglio che alla Juventus. Con un Rabiot così, tutto diventa più facile anche per un professore come Modric». Quanto al Napoli, l’ex allenatore vede in De Bruyne la chiave: «È l’uomo che ti fa fare il salto di qualità. Con Lukaku era un gioco diverso, si cercava la sponda. Con Hojlund invece si va più in profondità. Ma il punto sarà mettere De Bruyne sempre più a suo agio».
Champions e differenze di stile
A Conte spesso viene rimproverato di non aver brillato in Champions League: «Non credo ci sia un vero motivo, a volte va così. Allegri due volte è arrivato in finale con la Juventus, anche grazie a una squadra molto forte».
Il Milan, invece, secondo Capello ha già trovato equilibrio: «Quando perde palla non è più una squadra spaccata, in cinque partite su sei non ha preso gol. E lo ha fatto anche senza Leao, che rientrerà proprio domenica».
Infine, la differenza principale tra i due tecnici. «Il modo di comunicare all’esterno – ha spiegato Capello a Marco Guidi per La Gazzetta dello Sport –. Entrambi sono diretti e hanno personalità, ma Max è più aziendalista e composto, mentre Antonio tende a lamentarsi di più, anche puntando il dito contro la società».
Un duello di stili e di idee, che domenica a San Siro sarà anche un duello di nervi.