Fabio Cannavaro alla Gazzetta ha presentato un focus sulla Serie A. La Juventus e il Napoli, ma anche un retroscena legato ad Ancelotti.
CANNAVARO ALLA GAZZETTA
Fabio Cannavaro alla gazzetta ha parlato delle sue ex squadre: La juventus, il Parma e il Napoli. L’ex difensore, campione del mondo a Berlino ha raccontato un retroscena su Ancelotti. Ecco le sue parole
Dopo 25 anni la Serie A è ripartita senza un Cannavaro protagonista. Cominciò Fabio nel ‘93, poi si unì anche Paolo che dopo il ritiro del fratello maggiore ha «tenuto» a Sassuolo fino al dicembre del 2017. «Il problema è per papà Pasquale e le sue abitudini» scherza il capitano azzurro che alzò la Coppa del Mondo a Berlino. L’ex difensore ha parlato alla Gazzetta dello Sport. Eccone alcuni passi salienti dell’intervista.
Fabio, magari presto il nonno potrebbe seguire il nipote Christian che potrebbe giocare in B a Benevento…
«Lasciamolo crescere tranquillo, senza pressioni. Di lui non parlo».
Juve da Champions, dunque strafavorita per l’ottavo scudetto consecutivo.
«Sì. E secondo me il gap è aumentato. Nel senso che i club che inseguono non si sono migliorati nelle infrastrutture. La Juve dopo Vinovo ha realizzato un nuovo centro sportivo, ora ha pure la squadra femminile di vertice. E poi si sente forte come club e non ha paura di cambiare. Non era semplice chiudere il rapporto con Buffon e Marchisio. Ha creato un meccanismo virtuoso. Non basta il mercato, pur importante, di Inter, Milan e Roma: le altre restano indietro».
Pure il Napoli del suo amico Ancelotti?
«Carletto farà benissimo. Ma io parlavo più in generale, qui non è solo una questione di campagna acquisti».
Anche perché i suoi concittadini sognavano Cavani, che tornerà al San Paolo solo da rivale.
«Dopo Ronaldo in bianconero a Napoli aspettavano Messi. Ma i tifosi sono fatti così, si sa. Certo, gli azzurri non sono stati fortunati nel sorteggio di Champions. Però l’esperienza internazionale di Ancelotti li porterà a far bene e contro Psg e Liverpool hai poco da perdere e molto da guadagnare. Almeno in esperienza».
Lei è noto anche per i suoi quaderni dove da giocatore appuntava tutte le cose più importanti apprese dai tecnici avuti: cosa è rimasto scritto di Ancelotti?
«La difesa a zona. Io prima ero abituato a seguire solo l’uomo e con lui ho appreso movimenti e posture corrette. Ma è difficile contenere Carletto negli appunti. Quello con lui è stato un rapporto umano eccezionale. Basta dire che quando ci salutò per andare al Milan noi giocatori piangemmo. Grande persona, anche se…».
Fuori il rospo.
«Quando arrivò a Parma, io ero abbastanza giovane e si convinse che potevo rendere meglio come terzino sinistro. Credo sia stato uno dei pochi errori come allenatore… Infatti da persona intelligente poi spostò me e Thuram in mezzo e diventammo una grande difesa».
Hamsik regista, come Cannavaro terzino sinistro…?
«Per me, più Marek sta vicino alla porta e meglio è per il Napoli. Ma è chiaro che lui e Zielinski insieme da mezzali non sono sostenibili. Sono sicuro che Carlo troverà la soluzione migliore per la squadra. Intanto sta sfruttando in maniera intelligente l’ottimo lavoro di Sarri».
Carlo le ha chiesto consigli su come vivere a Napoli?
«Mi pare non serva, ho visto che già si muove bene in città e va nei posti giusti. Avesse bisogno, basta bussare: come nei condomini napoletani, sempre a disposizione per un amico e un inquilino così».
Tempo fa era stato a Castel Volturno per vedere un allenamento di Sarri e ne era rimasto colpito.
«Ho apprezzato l’intensità, l’occupazione degli spazi in campo».