Lukaku domani sarà presente all’Unipol Domus di Cagliari, nello stesso luogo dove subì insulti razzisti durante un match del 2019.
L’attaccante belga Romelu Lukaku sta per fare il suo ritorno all’Unipol Domus di Cagliari, dove nel 2019 fu vittima di un grave episodio di razzismo. Questo evento, che suscitò una forte polemica e accese il dibattito sul razzismo nel calcio, torna oggi alla ribalta, mentre Lukaku si prepara a tornare a giocare nella città sarda, questa volta indossando la maglia del Napoli.
Il caso razzista che colpì Lukaku
Il 1° settembre 2019, durante una partita di campionato tra Cagliari e Inter, Lukaku subì insulti e offese razziste dalla curva rossoblù. Dopo aver segnato il rigore decisivo per il 2-1 dell’Inter, il giocatore belga denunciò pubblicamente l’accaduto attraverso una lettera sui social media. “Molti giocatori nell’ultimo mese hanno subito insulti razzisti. È successo anche a me ieri”, scrisse Lukaku. “Il calcio è un gioco amato da tutti e non dovremmo accettare alcuna forma di discriminazione che possa far vergognare il nostro sport. Spero che le federazioni di tutto il mondo reagiscano con forza su tutti i casi di discriminazione. I social media devono funzionare meglio, così come le società, perché ogni giorno si vedono commenti razzisti sotto i post delle persone di colore… Se ne parla da anni, ma non si è ancora fatto nulla. Signore e signori, è il 2019, invece di andare avanti stiamo andando indietro”.
Poi l’appello ai compagni: “In quanto calciatori dobbiamo essere uniti e prendere una posizione su questa questione, per far sì che il calcio resti un gioco pulito e divertente per tutti”.
Il comunicato del Cagliari, la ‘strana’ reazione della Curva Nord
In risposta, il Cagliari Calcio emise un comunicato ufficiale in cui prese le distanze dagli episodi di razzismo, affermando la propria intenzione di identificare e allontanare i responsabili di tali comportamenti. “Il Cagliari Calcio ribadisce la sua condanna verso ogni forma di razzismo e si impegna a mantenere elevati gli standard morali del club”, si leggeva nel comunicato.
La Curva Nord dell’Inter, il cuore del tifo nerazzurro, rispose con una dichiarazione che cercava di minimizzare l’accaduto. “Ciao Romelu, Ti scriviamo a nome della Curva Nord, si i ragazzi che ti han dato il benvenuto appena arrivato a Milano. Ci spiace molto che tu abbia pensato che quanto accaduto a Cagliari sia stato razzismo. Devi capire che l’Italia non è come molti altri paesi europei dove il razzismo è un VERO problema. Capiamo che ciò è quello che possa esserti sembrato ma non è così. In Italia usiamo certi “modi” solo per “aiutare la squadra” e cercare di rendere nervosi gli avversari non per razzismo ma per farli sbagliare”.
Il ritorno di Lukaku a Cagliari è carico di significato, non solo per il valore sportivo dell’incontro, ma anche per il contesto storico che lo circonda. L’attaccante belga ha continuato a essere un simbolo di lotta contro il razzismo e di promozione di un calcio inclusivo e rispettoso.
Il match di domani, dunque, non sarà solo una semplice partita di calcio, ma un’occasione per riflettere su come il calcio possa e debba essere un terreno di rispetto e di integrazione, lontano da ogni forma di discriminazione.