Auriemma: “Sarri miglior allenatore d’Italia. Spalletti servono riflessioni”

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Raffaele Auriemma ha parlato del confronto tra Luciano Spalletti e Maurizio Sarri andato in scena durante Napoli-Lazio.

Il giornalista sul suo canale YouTube ha detto: “La domanda che tutti si pongono è: dove finiscono i meriti della Lazio di Sarri e dove iniziamo i demeriti del Napoli? Le partite si posso perdere e le perdi perché l’avversario è stato a te superiore. Fin quando trovi un avversario che ti domina, fa un gol e vince, chapeau! Tuttavia nella partita contro la Lazio non è stata la squadra del grande Maurizio Sarri, che ha confermato di essere il migliore allenatore d’Italia, ad essere superiore al Napoli, ma il Napoli è stato inferiore ad essa. Può sembrare un ragionamento pleonastico ma non lo è”.

Poi ha aggiunto: “Sarri ha adottato qualche accorgimento, ma non ha fatto le barricate. La Lazio ha giocato la sua gara contenendo in maniera elegante e propositiva lì dove il Napoli manteneva un possesso che si è rivelato sterile. La Lazio non si è difesa in area, ma bene in al di fuori della stessa, ha creato un reticolo, come la ragnatela del ragno: se ci lanci qualcosa dentro, resta attaccata. Con quel blocco di squadra, nel raggio di 15-18 metri, Immobile poteva parlare di Romagnoli: le linee avevano linee minime. Nel calcio si chiama chiudere le linee di passaggio, e la Lazio l’ha fatto benissimo. Costruzione dal basso, palla tra i piedi di Lobotka? Niente da fare, perché Immobile e Milinkovic-Savic hanno a turno appannato lo slovacco che non aveva la libertà di giocare con il fraseggio a pochi metri o lanciando il pallone lungo per Osimhen. Se manca l’opzione della palla lunga per il nigeriano poi diventa complicato fare tutto il resto. Terza opzione: forzare le giocate, cioè l’esterno d’attacco doveva sfondare lateralmente con l’uno contro l’uno. E neanche questo è stato possibile, lo stesso Kvaratskhelia, pur dimostrando la sua generosità, non ci è riuscito. Quando è riuscito a sfondare, l’esito è stato scadente perché il Napoli visto è sembrato poco brillante”.  

Infine ha parla di Spalletti: “Poi aggiungo un’altra riflessione e riguarda Spalletti. Che bene fa a dire che non hanno ancora vinto e il percorso è ancora pieno di curve. Però mi chiedo, con l’occhio clinico di chi guarda il calcio da 40 anni: perché Spalletti sembra talvolta non avere il coraggio di fare dei cambi. Sembra frenato, ma i cambi vanno fatti e non ruolo per ruolo. Tutta la squadra era appannata, dunque se mi accorgo della bravura dell’avversario, devo spezzare questo equilibrio. Perché ancora prima di subire il gol non si è provato a disinnescare quel meccanismo di protezione della Lazio? Perché non si è inserito prima un altro attaccante, Simeone, al fianco di Osimhen? Per paura di perdere? Tanto si è perso lo stesso. Ma concludo dicendo che questa sconfitta tutto sommato può risultare anche positiva e produttiva per vedere il Napoli prima”.

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