In un’intervista rilasciata a Fabio Fazio in “Che tempo che fa”, Aurelio De Laurentiis annuncia l’addio di Spalletti e parla dei suoi progetti per il Napoli, dei cambiamenti futuri e della sua visione unica per il mondo del calcio.
“Nessuno dava il Napoli per favorito, tranne me?” – apre Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, intervistato da Fabio Fazio nella popolare trasmissione Rai “Che tempo che fa”. Un’intervista che ha attraversato vari temi, offrendo uno spaccato della sua visione sul calcio, il cinema e l’importanza del coinvolgimento giovanile.
Le parole dell’allenatore Luciano Spalletti
Riflettendo sui successi recenti del club, De Laurentiis ha parlato anche di Luciano Spalletti, elogiando il suo impegno e la sua professionalità: “E’ stato un grandissimo allenatore di quei ragazzi. Gli allenatori si dividono tra quelli che vogliono fare mercato e quelli che allenano: Spalletti è uno di questi ultimi.
Quando una persona viene da te e ti dice che anche se ha un contratto in essere preferirebbe avere un anno sabbatico che fai? Ti opponi? Nella vita devi essere sempre generoso. Bisogna dare senza aspettarsi nulla, lui ha dato e lo ringrazio. È un uomo libero, giusto lasciarlo andare”.
Maradona: sempre nel cuore del Napoli
Il presidente del Napoli ha poi condiviso il suo desiderio di celebrare ulteriormente il legame del club con il leggendario Maradona: “Diego è ancora con noi: gioca per noi e gli abbiamo intitolato il San Paolo. Quando avrò il Maradona, creeremo un grande museo dedicato a Diego e potremo anche celebrare matrimoni.
Il Comune ce lo deve dare per 99 anni, altrimenti io lo stadio vado a costruirlo nuovo a Caserta. Pensate quanto sarebbero contenti i napoletani.
Dopo 33 anni la vittoria dello scudetto è stato molto sentito e a Napoli sono arrivati anche molti americani per vedere la festa, tutti vogliono venire allo stadio e si avverte una febbre particolare. Nel mondo ci sono 83 milioni tifosi napoletani”.
De Laurentiis vuole un calciatore giapponese
“Un calciatore giapponese? Prima di venire qui ho incontrato un mio amico che si è proposto di fare scouting per noi in Asia. Hai indovinato caro Fazio!”. Poi un dettaglio sulla festa scudetto in programma al Maradona il 4 giugno dopo Napoli-Sampdoria, ultima partita di campionato: “Condurrà Stefano De Martino”.
L’influenza del cinema sul calcio
De Laurentiis, noto per il suo passato nel mondo del cinema, ha parlato anche del legame tra queste due forme di intrattenimento: “Di calcio non ne sapevo nulla, ma il cinema è talmente complesso che, quando pensi al calcio, ti dici: bah, che sarà mai? Io da ragazzino giocavo a basket, ma ho sempre avuto il Napoli come squadra del cuore. Quando ero a Los Angeles, pensavo sempre che calcio e cinema fossero due cose importantissime in termini di intrattenimento“.
Piani per l’engagement giovanile
De Laurentiis ha espresso preoccupazione per il coinvolgimento giovanile, affermando di voler “recuperare i giovanissimi, che si stanno rincoglionendo con smartphone e piattaforme.” Il presidente del Napoli ha suggerito di coinvolgere figure famose nel calcio per creare lezioni per i giovani e accendere la passione per il gioco.
Un approccio equilibrato al calcio
Nella sua intervista, De Laurentiis ha condiviso il suo approccio pragmatico e equilibrato al mondo del calcio: “Il segreto è fare impresa e non fare presa. Devi investire, non prendere. Se vuoi raccogliere, devi seminare.
“Io voglio rivoluzionare il calcio? No, però voglio recuperare i giovanissimi, che si stanno rincretinendo con smartphone e piattaforme. Non hanno la pazienza e questo si traduce nella non passione. Vorrei parlare col Ministro dell’Educazione per insegnare ai bambini come diventare allenatori.
Lo Spalletti della situazione o il Mourinho della situazione potrebbero registrare delle lezioni per i più piccoli, per recuperare così un pubblico importantissimo. Io sono un uomo molto sincero, ma la sincerità non paga, perché in Italia vige il leccaculismo. Quando non hai successo, sono pronti ad ucciderti; se invece ce l’hai, beh, sono tutti pronti ad adularti. Io, però, non sono così”.
kvara e osimhen
“Se ho consigliato io la maschera a Victor Osimhen? E’ un grande risultato anche dal punto di vista del marketing: tutti i bambini la vogliono. Con i giocatori ho un bellissimo rapporto. Kvaratskhelia ha un cognome impronunciabile? Io mi limito a dire ‘Kvara’ (sorride, ndr)”.