Ascierto su riaperture: “Serve attenzione, il rischio seconda ondata è reale”

Tema riaperture parla Paolo Ascierto, oncologo dell’Istituto Pascale di Napoli è intervenuto a Radio Punto Nuovo, che si sofferma anche sulla Serie A.

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Da Napoli è partita la prima e forse la più grande speranza in questo momento per aiutare molti pazienti affetti da coronavirus. La cura con il Tocilizumab ideata da un team di medici del Pascale del Cotugno sta aiutando persone in tutta Italia. Tra i principali ideatori di questo protocollo c’è il professor Paolo Ascierto che a Radio Punto Nuovo dice predica calma per i prossimi giorni: “E’ passato un rompete le righe ingiustificato. I numeri stanno andando nella direzione in cui ci auguriamo, soprattutto in Campania, ma il pericolo non è scampato. A Napoli c’è stato un giorno con 0 infetti nuovi e 4 giorni senza decessi. Vorrei far notare che in Germania non appena hanno riaperto è salito il numero di contagi. Capisco che per un motivo economico si voglia riaprire, ma bisogna fare attenzione. Qualche giorno fa ho visto delle immagini sul lungomare, molti erano senza mascherina, non va fatto. La mascherina ci deve accompagnare quotidianamente per proteggere noi stessi e gli altri. Mascherina fa male correndo? Vuol dire che se ci sono 100 persone non correremo“.

Ascierto e riaperture: “Serve senso di responsabilità”

L’oncologo si sofferma a parlare anche delle tante categorie che in questo momento stanno vivendo un momento di profonda crisi, come parrucchieri ed estetisti e dice: “I parrucchieri vorrebbero guadagnarsi da mangiare ed io posso anche essere d’accordo sulla riapertura in condizioni di sicurezza, ma se poi si apre e succede tutto quello che abbiamo già visto, diventa problematico. C’è bisogno di un senso di responsabilità comune, il rischio di una seconda ondata è reale. Siamo a pochi km dal traguardo, certamente qualcosa deve riprendere altrimenti qualcuno non ce la fa“.

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Non solo riaperture, Ascierto fa il punto anche sulla possibilità di tornare a giocare in Serie A: “Se i giocatori vengono tamponati ogni settimanacosì so se c’è una persona infetta e la isolo – considerando che non c’è distanziamento fisico, le possibilità di contagio sono minori. In queste condizioni si può pensare che – con numeri ancora più bassi – si può riaprire il calcio a porte chiuse. Ci vuole grande organizzazione, se è fattibile o meno dipende da come si metterà il virus, ma da qui si può ripartire. Se i calciatori non vengono messi in sicurezza e con loro tutti gli operatori, non ci sono le condizioni“.

Serie A: ecco cosa accade se c’è un contagiato

Sulla ripresa della Serie A, Paolo Ascierto a Radio Punto nuovo ha detto: “Per poter avere un quadro completo bisogna far fede ai numeri in un determinato momento. E’ impossibile fare previsioni per settembre, è come giocare numeri a lotto. E’ un virus apparso a metà dicembre di cui si conosce molto poco. Detto ciò, è ovvio che se andiamo verso una riduzione importante dei contagi e quindi una diffusione limitata del virus, fermo restando che bisogna far attenzione, possiamo immaginare di riprendere a giugno. E’ chiaro che se per metà maggio c’è un ritorno dei contagi, allora non è saggio. Quello che facciamo noi come operatori sanitari è fare tamponi, controlli sierologici, uno dei focolai più importanti sono stati gli ospedali perché inizialmente medici ed operatori non venivano controllati e divenivano loro stessi sorgenti di infezione“. Qualora ci fosse un positivo allora sarebbe necessario fare uno “screening di tutti coloro sono stati a contatto con quel calciatore, ma questo è quello con cui dobbiamo convivere“.

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