Carlo Ancelotti testimonial del Napoli . Un allenatore moderno, instancabile, telecronista e “collegato” tra telefonate e viaggi per l’Europa.
ANCELOTTI TESTIMONIAL DEL NAPOLI E DI NAPOLI
NAPOLI – Moderno: come l’ultimo smartphone che in mano a un ragazzino vi trascinerebbe quasi sulla luna. Eppure va ormai per i sessanta, una volta ci sembravano vecchi non solo i nostri papà ma anche gli allenatori: oggi, invece, corrono come frecce rosse, saltano da un aereo all’altro, mandano in stampa le proprie biografie, parlano quattro o cinque lingue, si rimettono in gioco e con ironia, sfidano il progresso, mica soltanto quello tecnologico. Carlo Ancelotti sembra un allenatore di calcio invece è molto di più, d’incanto è diventato il testimonial d’un Club (il Napoli) e quasi quasi, si direbbe (in)consapevolmente, l’uomo immagine d’una città (Napoli) ancor tutta da scoprire.
L’ESTATE DI ANCELOTTI
La pazza estate di Ancelotti, l’eroe di vari mondi (dal Milan al Chelsea, dal Psg al Real e al Bayern), un pluridecorato, è una gigantesca giostra guidata da se medesimo, una full immersion in questo macrocosmo ormai cliccato, fotografato, selfato che rotolando sembra quasi sia esclusivamente rinchiuso in un pallone. L’Ancelotti «made in Naples», l’hanno visto ovunque, segnalato in Canada e poi in Inghilterra, prima d’avvertirne la propria autorevole presenza in Russia, telecronista per la tv messicana.
UN GIGANTE DELLA COMUNICAZIONE
Carletto quasi amplifica, la figura dell’allenatore 3.0, un gigante della comunicazione che va a cena con Diego Costa nel ristorante di David Luiz, poi pasteggia con Fabregas, scherza dinnanzi alla macchina da presa con Drogba, viene evocato dal Chicharito Hernandez, va a vedere Polonia-Senegal per studiare un po’ più da vicino Koulibaly, Milik e Zielinski, telefona a (quasi) tutti i calciatori del Napoli, dialoga quotidianamente con De Laurentiis e con Giuntoli.