L’ex allenatore del Napoli, Carlo Ancelotti, riflette sulla sua carriera, dalla vittoria in Champions League ai momenti difficili.
Carlo Ancelotti, l’iconico allenatore italiano, celebra il suo 65º compleanno oggi, 10 giugno, con uno sguardo indietro alla sua carriera costellata di successi e sfide. Dalla recente vittoria in Champions League con il Real Madrid, Ancelotti rivela la sua filosofia resiliente nel gestire le pressioni e gli alti e bassi del calcio.
Ancelotti emerge come una figura leggendaria nel calcio mondiale, con una bacheca imponente di cinque Champions League conquistate come allenatore, un record senza precedenti. In un’intervista a il Giornale, riflette sul suo percorso, comprese le difficoltà affrontate durante la sua esperienza al Napoli e con l’Everton.
“Da bambino non ne sentivo parlare, poi quando dovevamo affrontare un avversario importante, qualcuno sbottava: non sarà mica il Real Madrid!”. Poi ancora: “Basta fare l’elenco dei presidenti. Ceresini, Tanzi, Viola, Agnelli Gianni e Umberto, Berlusconi, Abramovich, Rummenigge e Hoeness, Al Khelaifi, Vichai dell’Everton, Aurelio e Florentino. Un giorno dovrò scrivere un libro, io e i miei presidenti”
Il tecnico italiano, noto per la sua calma e saggezza, rivendica la sua capacità di mantenere equilibrio e passione nonostante le critiche e gli esoneri subiti in passato. Ancelotti sottolinea l’importanza dei rapporti umani e professionali nel calcio, affermando che “quando si incrinano i rapporti, è meglio lasciarsi senza polemiche e litigi”.
Ricordando la sua esperienza a Napoli, Ancelotti ammette di essere stato sottovalutato e criticato, arrivando persino a essere definito “bollito” dagli osservatori. Tuttavia, con la sua solita tranquillità, ha superato queste critiche, dimostrando il suo valore e la sua capacità di adattamento.
Ancelotti sostiene di aver sempre avuto un ottimo rapporto con i suoi presidenti, anche quelli che – come ADL – l’hanno esonerato. E poi aggiunge: “Conservo la passione, vivo così la partita, il gioco, il mio lavoro, mi porto appresso questo equilibrio da sempre, ho superato momenti non sempre positivi, dopo l’esperienza con l’Everton ero uscito dai radar, mi davano bollito, ero ormai vecchio. Poi a Napoli lo stesso”.