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Altro che triplete per Agnelli antimafia e procura. L’ombra di biglietti alle ‘ndrine oggi la deposizione a Torino nel processo Alto Piemonte.
Scrive il Mattino
TORINO. Triplete per Agnelli?. C’è triplete e triplete. Quello del campo di gioco, certo, ma anche quello che Andrea Agnelli, il presidente della Juventus centrerà in questo suo particolare maggio.
Agnelli da oggi inizierà un tour de force tra aule penali (non è indagato), in commissione antimafia e infine dinanzi alla procura sportiva (in questo caso, dovrà andare con un avvocato perché è indagato). Al centro di tutto, il pasticciaccio brutto dei presunti rapporti tra la Juve e i suoi ultrà, compresi quelli in odore di‘ndrangheta.
Tutto inizia oggi perché è stato chiamato a testimoniare nel processo «Alto Piemonte», l’indagine della Direzione distrettuale antimafia sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nella curva bianconera in corso presso il Tribunale di Torino.
Giovedì l’audizione del presidente della Juventus a Roma in Antimafia dove si sono già recati a febbraio i pm Paolo Toso e Monica Abbatecola che avevano dichiarato che la Juventus aveva perfettamente chiara: che il presunto ‘ndranghetista, Rocco Dominello, aveva sulla curva «un’influenza particolare» .
Il 26, invece, via al processo sportivo in cui Agnelli è stato deferito assieme a Francesco Calvo, Stefano Merulla e Alessandro D’Angelo. Qui Agnelli dovrà rispondere all’accusa del procuratore federale di aver violato «i principi di lealtà, correttezza e probità», e di aver favorito economicamente i gruppi ultrà.