Addio a Sandra Milo, icona del cinema italiano

Addio a Sandra Milo, icona del cinema italiano. La musa di Fellini ci lascia a 90 anni. Una vita di talento e amore che ha segnato generazioni.

Nella sua casa, circondata dall’affetto dei suoi cari, è venuta a mancare Sandra Milo, la musa indiscussa di Federico Fellini, all’età di 90 anni. La notizia è stata annunciata dalla sua famiglia.

Nata a Tunisi il 11 marzo 1933, Salvatrice Elena Greco, conosciuta come Sandra Milo, ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama cinematografico italiano. Con una carriera cinematografica che abbraccia oltre settant’anni di cinema, ha lavorato con alcuni dei più grandi registi del nostro tempo, da Roberto Rossellini a Gabriele Muccino.

Il soprannome affettuoso di “Sandrocchia” le fu attribuito da Federico Fellini, che l’ha resa protagonista di capolavori come “8½” nel 1963 e “Giulietta degli Spiriti” nel 1965. La loro relazione, durata diciassette anni, è stata una delle storie d’amore più conosciute del mondo dello spettacolo italiano.

8½ di Federico Fellini - Carla (Sandra Milo)

Ma la vita di Sandra Milo non è stata solo sul grande schermo. Socialista ai tempi di Bettino Craxi, ha vissuto una vita affettiva complessa, iniziando dal suo matrimonio a quindici anni con il marchese Cesare Rodighiero, che durò appena 21 giorni. La sua vita personale è stata un vero e proprio film, con undici anni di relazione con Moris Ergas e l’unione con Ottavio De Lollis, da cui sono nati Ciro e Azzurra.

La sua partecipazione alla trasmissione televisiva “L’amore è una cosa meravigliosa” nel 1990 rimarrà nella storia della TV italiana. Un falso allarme sull’incidente stradale di suo figlio Ciro (uno scherzo che le è stato fatto durante la stessa trasmissione citata sopra) scatenò le lacrime dell’attrice, divenute un tormentone mediatico.

Nel 2007, durante un’intervista televisiva, Sandra Milo condivise un momento molto personale della sua vita: aver aiutato sua madre a morire. La sua posizione a favore dell’eutanasia, espressa con forza e commozione, rifletteva la sua convinzione che ogni persona dovrebbe poter morire con dignità: “Mia madre si stava consumando – disse allora l’attrice tra le lacrime -. Così, mi chiese di aiutarla a morire. Mi ha fatto uscire dalla stanza, ed è morta, sola, come lei voleva. So che c’è molta gente a favore dell’eutanasia e molta contro, ma come si fa a dire ‘no’ se sai che quella persona non avrà scampo a causa del male che l’ha colpita? La gente deve poter morire con dignità”.

La sua carriera cinematografica ha attraversato generazioni, dal suo primo ruolo in “Il generale Della Rovere” nel 1959 fino ai ruoli più recenti in film come “Il cuore altrove” di Pupi Avati nel 2003 e “Happy Family” di Gabriele Salvatores nel 2010.

Sandra Milo ha lasciato un segno indelebile nella storia del cinema italiano, un’icona di grazia e talento che rimarrà nei cuori dei suoi ammiratori.

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