Francesco Acerbi, dopo l’assoluzione, torna a parlare negando ogni accusa di razzismo verso Juan Jesus e spiegando il fraintendimento.
Francesco Acerbi rompe finalmente il silenzio dopo l’assoluzione dalle accuse di insulti razzisti a Juan Jesus del Napoli. In un’intervista esclusiva al Corriere della Sera, il difensore dell’Inter prova a fare chiarezza sulla vicenda che lo ha visto protagonista suo malgrado.
“Non sono mai stato razzista”
Acerbi nega con fermezza ogni addebito di razzismo: “Non sono mai stato razzista. Il mio idolo era George Weah, uno dei primi a chiamarmi quando mi fu trovato un tumore“. Parole che vogliono sottolineare la sua estraneità a qualsiasi forma di discriminazione.
L’episodio con Juan Jesus
Sull’accaduto con il brasiliano del Napoli, Acerbi ammette: “Non si può dare del razzista a una persona per una parola malintesa nella concitazione del gioco“. Una versione che lascia intendere un fraintendimento più che insulti volontari.
“Abbiamo perso tutti”
L’ex Lazio si dice comunque “triste e dispiaciuto” per la vicenda: “Abbiamo perso tutti, nulla contro Juan Jesus, sono dispiaciuto anche per lui”. Parole che vogliono porre fine alla polemica e distendere gli animi.
L’assoluzione
Per Acerbi la sentenza del Giudice Sportivo è stata “una liberazione, anche se tutta la situazione mi ha intristito“. Un sollievo dopo giorni complicati in cui è stato etichettato come razzista.
Le reazioni dopo l’assoluzione
Il difensore appare ancora provato dalle reazioni seguite all’assoluzione: “Le persone attorno a me hanno reagito come se fossi uscito dopo 10 anni di galera“. Un segnale di quanto la vicenda lo abbia segnato.
Con toni pacati e una velata amarezza, Francesco Acerbi prova quindi a riabilitare la sua immagine negando ogni addebito di razzismo e spiegando il suo punto di vista sull’episodio con Juan Jesus del Napoli. Un tentativo di mettere la parola fine su una vicenda che lo ha inevitabilmente provato.