Ziliani: “Dodici anni dopo la farsa di Pechino un’altra Supercoppa persa dal Napoli per colpa di un arbitro inadeguato”

Paolo Ziliani critica duramente la direzione dell’arbitro Rapuano in Inter-Napoli di Supercoppa, paragonandola al discusso arbitraggio di Mazzoleni nel 2012.

Nel post-partita di Inter-Napoli, finale di Supercoppa Italiana vinta 1-0 dai nerazzurri, il giornalista Paolo Ziliani ha espresso critiche severe nei confronti dell’operato dell’arbitro Rapuano, ritenuto inadeguato e decisivo ai fini del risultato.

“Una finale di Supercoppa completamente rovinata dall’arbitro Capuano. Che arbitra male per tutto il match ma soprattutto decide lui la partita con l’espulsione di Simeone al 60′. Un’espulsione che grida vendetta per come arriva. Tutto ha inizio cinque minuti prima quando Rapuano ammonisce Barella che subito dà vita ad una delle sue solite (odiose e francamente ormai insopportabili) scene turche.

Supercoppa, Ziliani duro su Rapuano

Impressionato come un bambino dell’asilo nido, l’arbitro si sente in dovere di metterci una pezza: e sistema subito il conto (ma quale conto?) mostrando il giallo di lì a poco a Simeone per un fallo di assoluta normalità e banalità.

Poi Simeone non si trattiene e commette un fallo ingenuo, questo sì da ammonizione, al minuto 60: Rapuano lo manda fuori. La partita a quel punto può vincerla solo l’Inter e il Napoli è persino bravo a tenerla sullo 0-0 fin oltre il 90′. Dopodiché arriva il gol di Lautaro ed è la fine”.

 

Ziliani ha poi aggiunto: “In pratica: dopo la Supercoppa persa nel 2012 per rapina a mano armata a Pechino contro la Juventus (arbitro Mazzoleni che espelle Pandev, Zuniga e Mazzarri: un festival degli orrori non facilmente superabile), il Napoli, sempre con Mazzarri in panchina, ne perde un’altra a distanza di 12 anni per un’ingiustizia palese dovuta a un arbitro che definire scarso e inadeguato è dire poco.

La partita, come detto, è finita al 60′ e magari – nessuno può saperlo – l’Inter l’avrebbe vinta lo stesso anche giocando gli ultimi 38 minuti in 11 contro 11. L’unica cosa certa è che questo è il calcio italiano: ricordiamo la Supercoppa 2012 come la Supercoppa di Mazzoleni (e del Napoli che si rifiuta di partecipare alla cerimonia di premiazione), ricorderemo la Supercoppa 2024 come la Supercoppa di Rapuano.

A voi tutto questo piace? A me no. Ma questo è quel che passa il convento (sconsacrato) del calcio italiano”.

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