Oreste Vigorito sul derby Benevento-Napoli. Il patron Sannita: «Davide contro Golia». Alla vigilia della sfida contro gli azzurri, Vigorito, rivela anche la pace con De Laurentiis e il retroscena sulla vicenda Pavoletti.
NAPOLI. Oreste Vigorito, imprenditore dell’Eolico, alla viglia del derby ha parlato in esclusiva al quotidiano il Mattino. Ecco quanto evidenziato
Vigorito sul derby Benevento-Napoli
«Mi affido come sempre a Eolo: spero che con un soffio provvidenziale spinga la palla nella porta del Napoli»
Presidente, non sta nelle pelle?
«Non lo diceva anche Leopardi che il sabato è più bello della domenica proprio per l’attesa? La sensazione è quella di andare a un appuntamento unico. Anche perché le maglie azzurre sono state il simbolo della mia giovinezza».
Era un grande tifoso del Napoli?
«Presi la maturità e papà mi regalò l’abbonamento della Curva: era il ‘67-’68 ed era il Napoli di Altafini e Sivori. Ero stato pure all’inaugurazione del San Paolo. E poi quasi sempre andavo a vedere le sfide con il Milan perché mio fratello Ciro era tifoso dei rossoneri. Il mio cuore ora però è tutto giallorosso».
Si è chiarito con De Laurentiis?
«Ci siamo stretti la mano. Ci siamo detti che non era intelligente dirci certe cose, lui mi ha ribadito che ci è rimasto male per Pavoletti perché mi aveva dato il suo numero di telefono. Io gli ho ricordato che il numero non era il suo ma di un suo collaboratore.E che io ho chiamato mille volte senza avere mai risposte».
Sennò avrebbe preso Pavoletti?
«Non l’avrei preso lo stesso. Ma lo avrei chiamato per dirglielo». Chi ammira di più di questo Napoli? «Insigne. Mi piace che non abbia assunto il ruolo di Masaniello che capita nella squadra della tua città».
Napoli o Juve?
«Napoli. Ma sono preoccupato dalla capacità della Juve di stare dietro di un solo punto a un Napoli così stellare».
Benevento-Napoli, cosa si aspetta?
«Il presidente dice: sarà una festa di colori e gemellaggio. L’avvocato dice: non scommettete sul Benevento. Però ricordo pure la storia di Davide e Golia. E spero nelle guance paffute di Eolo e nel suo soffio magico».