Università, negozi, teatri: Napoli chiude in anticipo. C’è il Real Madrid, la città si ferma per la grande vetrina europea. Solo bar e ristoranti resteranno pienamente in funzione in attesa dei tifosi
Di: Paolo Barbuto
Napoli chiude in anticipo
«Chiuso per ansia »: da un lato le richieste delle forze dell’ordine, dall’altro le necessità di evitare caos per via delle strade che chiuderanno al traffico, ma in fondo l’unica verità vera è che oggi la maggior parte dei napoletani sarà concentrata sull’evento sportivo della sera. D’accordo, adesso quelli di voi che non seguono il calcio penseranno che si tratta di un’esagerazione. Evidentemente non hanno mai avuto a che fare con la lucida (e bella, intendiamoci) follia di quei tifosi che, quando si avvicina la partita, non riescono a fare nient’altro.
Qui si parla anche, e soprattutto, di quelle persone che dietro la maschera del serio professionista nascondono quella dell’innamorato pazzo per la maglia azzurra.
Ma partiamo dalle chiusure dettate da necessità «superiori». Innanzitutto i corsi di studio di Ingegneria a partire dalla tarda mattinata saranno sospesi.
Nelle scuole non si registra nessuna novità, anche perché generalmente le attività pomeridiane si concludono in orari tali da permettere comodamente la visione della gara.
In alcune facoltà universitarie, invece, sono state registrate modifiche alla pianificazione, soprattutto delle sedute d’esame pomeridiane: nessuno ha ammesso che c’erala partita e non voleva rischiare di perdersela.
I teatri, invece, hanno adottato soluzioni differenti, suggerite dall’esperienza di altre concomitanze con eventi sportivi di alto interesse: chi ha potuto farlo, ha anticipato l’orario dello spettacolo (ad esempio il Diana dove Vincenzo Salemme si esibirà in una sorta di pomeridiana domenicale anticipata alle 17,30), chi è stato previdente ha tenuto il cartellone libero per la giornata della partita di Champions.
Perfino al San Carlo oggi la Cenerentola inizierà alle 16. Per i negozi il problema non si dovrebbe porre. Gia, «dovrebbe», perché l’orario di chiusura consentirebbe a titolari e personale di raggiungere una tv (non lo stadio) in tempo per il fischio d’inizio.