Un rilevatore decibel ha certificato l’intensità dell’urlo “The Champions”

Un rilevatore decibel ha certificato l’intensità dell’urlo “The Champions”.  La cronaca di una giornata che nessuno dimenticherà. Gli striscioni delle curve e i parcheggiatori abusivi.

Di: Redazione Napoli più

 L’intensità dell’urlo “The Champions”

Il Napoli ha fatto sapere che un rilevatore decibel ha certificato l’intensità dell’urlo “The Champions”, ieri impressionante. Belle anche le coreografie che le curve avevano allestito nelle lunghe ore precedenti il match. La curva A ha esposto uno striscione: “Per la difesa di queste mura c’è chi diede la propria vita, oggi è una battaglia non è una sfida”. In curva B una bella sciarpata e un enorme striscione con un significato simile: il ciuccio, simbolo del club.

Alle cincos delas tarde, il clima all’interno del San Paolo era già da corrida. Fuori arrivavano a grupponi, dalla città (perché per accaparrarsi un posto decente non bisogna indugiare), dalla provincia e da dovunque batta sempre il corazon azzurro. Striscioni ben eauguranti ispirati a Siani («Si accettano miracoli»), ma pure di appartenenza e identità: da Brindisi a Monaco di Baviera, passando per Bologna, Formia e Campobasso. Nella Curva A inferiore sventolava la bandiera rossa della Chinatown vesuviana.

Un rilevatore decibel ha certificato l’intensità dell’urlo “The Champions”

Quando, intorno alle otto, i blancos in mise grigia sono entrati in campo per saggiarlo con passaggi e palleggi sono partite bordate di fischi che si saranno sentiti almeno fino a Mergellina.

Gli striscioni delle curve

Mentre sulle curve andavano in scena coreografie d’eccezione. Non solo l’abituale sciarpata. La «B» ha srotolato un megastriscione con il ciuccio e poi la scritta a caratteri cubitali: «… Ed ora affondiamola».

Un rilevatore decibel ha certificato l’intensità dell’urlo “The Champions”

La risposta della «A» è stato un altro striscione raffigurante un nutrito e agguerrito drappello di tifosi a guardia delle porte di Napoli, accompagnato da un incitamento bellico: «Per la difesa di queste mura c’è chi diede la propria vita… Oggi è una battaglia, non una semplice partita».

Un rilevatore decibel ha certificato l’intensità dell’urlo “The Champions”

Parcheggiatori abusivi.

Selfie a raffica con gli spalti dello stadio alle spalle. In cerca di clienti non solo i venditori dell’immancabile Borghetti e della sambuca new entry, ma spacciatori di sciarpe e di ciondoli del ciuccio, con la novità della «vesparella di Mertens».Panini imporchettati e tavolate a base di birra e lupini, che sagra sia, senza risparmio e senza pudore. Un gruppetto di Sant’Anastasia porta il sostegno della Madonna dell’Arco, azzurra perl ’occasione. Si aggirava uno Scio sciò, lo scartellato portafortuna del presepe per foto-ricordo a pagamento.

Il clima è sempre sereno e sportivo, si sentiva qualche voce spagnola, ma nessuno sembrava badarci. Gli iberici più solerti erano disorientati, che si erano anticipati «Dònde està la entrada?» chiedevano e, alla fine sono entrati quasi mille e cinquecento. Appostati in ogni traversa, anche oltre le transenne che sbarravano la strada alle auto, erano invece appostati, come predoni supplichevoli o intimidatori, chiorme di parcheggiatori abusivi. Al lavoro, nonostante il grande dispiegamento di forze dell’ordine.  All’esterno del San Paolo venivano sequestrati alcuni biglietti falsi.

 

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