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Torino-Napoli 1-0: gol e highlights

TORINO – La notte delle lacrime. Quelle di Giovanni Simeone, commosso dopo il gol che ha deciso la partita, e quelle di un Napoli spento, fragile, incapace di reagire. Come racconta Fabio Mandarini sul Corriere dello Sport, il Toro vince 1-0 grazie al graffio del suo ex, mentre Conte incassa la seconda sconfitta in sette giornate di campionato (la terza stagionale considerando anche la Champions con il City), aprendo nel modo peggiore il ciclo di ferro che prevede sette partite in ventidue giorni.

Più del risultato, è la prestazione a preoccupare: un Napoli irriconoscibile, senza grinta né personalità, incapace di trasformare il possesso palla in concretezza. «Non può essere questo il Napoli», scrive Mandarini sul Corriere dello Sport: una squadra che vuole vincere non può presentarsi così tenera, senza rabbia né temperamento.

Le assenze hanno pesato come macigni: fuori Hojlund, McTominay, Lobotka e Rrahmani, con Politano e Buongiorno non al meglio. Ma a Torino serviva ben altro spessore per pensare di conquistare i tre punti. Invece, la squadra di Conte è partita molle, è andata sotto e non è più riuscita a rialzarsi, nonostante un finale veemente e l’illusione del gol di Lang, annullato per fuorigioco nel recupero.

Le cifre raccontano una storia ingannevole: 22 tiri, 69% di possesso palla, 11 calci d’angolo. Ma il Napoli non ha mai dato la sensazione di poter ribaltare il Toro, compatto e feroce.

Il duello simbolo: Simeone contro Lucca

C’è un confronto che fotografa alla perfezione la differenza vista in campo: Simeone contro Lucca. L’argentino, grande ex della serata, è stato il migliore in campo: trascinatore, lottatore, anima del Toro. L’attaccante azzurro, invece, è rimasto isolato, mai incisivo, mai capace di sfruttare la sua fisicità. Per ironia, i compagni hanno cominciato a crossare solo dopo la sua uscita, quando Conte ha tentato la carta disperata Ambrosino.

Poche luci nel buio

Nel Napoli si salvano in pochi. Spinazzola, De Bruyne, Politano e soprattutto Neres e Lang sono stati gli unici a dare segnali incoraggianti. Ed è proprio da qui che Conte può ripartire.

Come sottolinea Fabio Mandarini sul Corriere dello Sport, Neres è uno dei pochi in grado di accendere l’attacco con strappi e dribbling, alternando sinistro e destro per creare superiorità numerica. Lang, da parte sua, ha finalmente mostrato carattere: non solo il gol annullato e la rabbiosa esultanza, ma anche giocate di qualità e intensità. Due frecce che possono diventare armi decisive nelle prossime sfide.

La reazione che serve

Il calendario non concede respiro: martedì c’è il PSV a Eindhoven per la Champions, poi sabato arriva l’Inter al Maradona, seguite da Lecce, Como, Eintracht e Bologna. Un tour de force che Conte dovrà affrontare recuperando tutti gli uomini chiave e, soprattutto, l’identità.

«Le lacrime vanno trasformate in sorrisi» conclude Mandarini sul Corriere dello Sport. Il Napoli ha bisogno di farlo subito, perché la notte di Torino rischia di segnare più di una sconfitta: potrebbe diventare un campanello d’allarme.

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redazione