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Serie A

Stramaccioni: «A Bologna sarà una finale. Il Napoli è vivo, Conte fondamentale»

NAPOLI – «A Bologna sarà quasi come una finale». Così Andrea Stramaccioni, ex allenatore dell’Inter e oggi opinionista per DAZN, ha parlato ai microfoni de Il Mattino di Napoli, intervistato da Pino Taormina, analizzando la corsa scudetto e il momento del Napoli di Antonio Conte.

Domenica, Stramaccioni sarà ospite insieme a Ciro Ferrara del programma DAZN Serie A Show, condotto da Giorgia Rossi. Ma intanto si concentra sul prossimo, delicatissimo appuntamento degli azzurri: il match del Dall’Ara contro il Bologna.

«Il Napoli ha vinto una partita chiave contro il Milan, giocando 25 minuti ad altissimo livello e un primo tempo molto positivo – ha spiegato –. Nella ripresa ha sofferto, è vero, ma anche a causa dei tanti assenti. Se dovesse vincere anche a Bologna, sarebbe pienamente in corsa per lo scudetto. Oggi posso dire che è a metà dell’opera».

A colpire Stramaccioni è soprattutto l’adattabilità tattica: «La squadra ha reagito a ogni imprevisto: si è passati dal 3-4-2-1 al 4-3-3, poi al 3-5-2 con Raspa dietro Lukaku, fino al rientro forzato al 4-3-3 dopo l’ultimo forfait di McTominay. Non è semplice gestire tutto questo, ma Conte ci è riuscito».

Sui singoli, l’ex tecnico ha le idee chiare: «Raspadori dà il meglio sotto la punta, mentre Neres, se sta bene, spacca le partite con le sue accelerazioni. Uno ha il gol nel sangue, l’altro vive per l’assist. Il vero problema è che nel 4-3-3, storicamente, Raspa ha sempre fatto fatica a trovare continuità».

Stramaccioni ha poi parlato dell’impatto di Antonio Conte, al centro delle attenzioni di molti club: «Tutti vogliono Conte. Chi lo cerca, cerca una svolta. È normale che Napoli, Juve e Milan lo guardino. Ma sarei sorpreso di vederlo la prossima estate in un ritiro senza i colori del Napoli addosso. Dopo Spalletti, cambiare un tecnico così impattante non è affatto semplice».

Sul piano tattico, secondo Stramaccioni, il ritorno al 4-3-3 era naturale: «Non parlerei di stravolgimento. Questo modulo è nel DNA della squadra. Conte aveva preparato altro in settimana, con McTominay a sinistra per sostenere Lobotka e Gilmour, ma l’emergenza ha imposto un ritorno alle origini».

E sul caso Kvaratskhelia? «Onestamente non pensavo che senza Kvara il Napoli potesse reggere così. Okafor non ha ancora inciso, e chi aveva dubbi su Kvara lontano dalla Serie A oggi lo vede fare la differenza anche a Parigi».

Per Stramaccioni, il 4-3-3 rimane la chiave tattica: «È il sistema che la squadra conosce meglio, sia individualmente che collettivamente. Anche i nuovi – da Neres a Gilmour – hanno familiarità con questo assetto. Domenica, nel primo tempo contro il Milan, si è vista una sincronia straordinaria: l’occupazione degli spazi era armonica, i cambi gioco perfetti, le giocate quasi “alla cieca”».

Infine, uno sguardo alla sfida di Bologna: «La squadra di Italiano difende in 10 e attacca in 10. Ti toglie certezze e ha un’intera città alle spalle. Sarà una finale vera. Ma se il Napoli c’è, si vedrà lì».

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redazione