Giovanni Simeone si racconta svelando i segreti dei suoi rituali pre-partita, la passione per lo studio e le difficoltà da figlio d’arte fino al sogno Scudetto.
Giovanni Simeone, attaccante del Napoli, si è concesso a una lunga intervista nella rubrica “Drive&Talk” svelando tanti lati inediti della sua personalità. Dai rituali pre-partita alle curiosità che lo animano, il “Cholito” ha raccontato con sincerità il suo percorso da figlio d’arte fino al sogno Scudetto.
Il Rito Obbligatorio Prima di Scendere in Campo
“Prima di ogni gara ho i miei riti, mi guardo video motivazionali di Rocky Balboa”. Simeone svela il segreto che lo carica prima del fischio d’inizio: immergersi nelle iconiche scene del pugile interpretato da Sylvester Stallone. Un rituale a cui in passato si univano anche scaramanzie come “raggiungere un certo numero di palleggi”.
Gli Appunti da Piccolo Allenatore
L’attaccante non si limita però ai semplici riti. Simeone studia a fondo ogni dettaglio: “Ho un’app con tutti i dati delle squadre avversarie. In settimana mi segno le giocate da provare, studio i portieri. Sono un piccolo allenatore di me stesso“. Uno studio certosino che lo ha portato a decidere i gesti vincenti, come il gol dello scorso anno contro la Roma.
L’Escape Room per Tenere Allenata la Mente
Fuori dal campo Simeone ama nutrire la sua curiosità con sfide mentali: “Mi piacciono le escape room perché mi sento come se dovessi davvero uscire da quella stanza. La mia mente ha bisogno di essere sempre in movimento”. Un lato del suo carattere che emerge anche nelle passioni per la cultura orientale e la spiritualità.
Lo scudetto
“Da piccolo non immaginavo mai di essere in un posto come Napoli e vincere lo scudetto, non avevo la qualità che forse oggi ho acquisito negli anni. Ho sempre voluto di più, facendo anche autocritica, mi ha spinto oltre. Conosco i miei limiti, vado avanti in base a quello he ho. Qualitativamente i miei compagni sono più forti, però la testa vale di più. Se vedo qualcuno che si abbatte, vedo che è il mio momento e devo colpire. E’ una cosa più mentale”.
Gol al Real
“Prima di Real Madrid-Napoli di Champions League chiamo mia mamma dicendogli che ero un po’ agitato per la gara. Mia mamma mi disse di mettermi a pregare che andrà tutto bene. Quando mi tolgo la felpa si rompe il corno rosso, era un segnale. Il giorno dopo ho fatto gol.Amo l’Escape room ed i giochi di società, in squadra gioco sempre con Alex Meret. L’Escape room mi piacciono perché mi sento come se dovessi uscire davvero da quella sala. Ho bisogno che la mia mente sia sempre in movimento”.
Le Difficoltà da Figlio d’Arte
Un percorso non sempre agevole quello dell’attaccante argentino, anche per via del cognome pesante da gestire: “Non è facile essere figlio di un campione. Ti guardano in modo diverso e devi capire chi è tuo vero amico“. Un’ulteriore sfida che lo ha forgiato caratterialmente.
Tra riti, studi, sogni e ricordi di un passato non semplice, Simeone ha svelato tanti lati della sua personalità. Un caleidoscopio di emozioni che lo accompagnano nella rincorsa al grande obiettivo: lo Scudetto con il Napoli.