Gli infortuni, gli episodi sfavorevoli e il calendario complicato sembrano aver reso in salita il percorso del Napoli verso lo Scudetto. Soprattutto il lungo stop di Victori Osimhen – che si è sottoposto ad un delicato intervento al volto dopo lo scorso match contro l’Inter – ha scoraggiato i tifosi partenopei, abbandonati dalla stella del momento.
Il mese di dicembre è stato complesso: il calendario non ha aiutato, così come il difficile sorteggio in Europa League, che ha voluto lo scontro tra il Napoli e il Barcellona, clamorosamente eliminato dalla Champions League, non ha aiutato il morale della squadra e della società. Anche la Coppa d’Africa, confermata soltanto dopo un lungo periodo di indecisione, non aiuterà Luciano Spalletti, costretto a rinunciare, tra gli altri, a Kalidou Koulibaly, il perno della difesa, nonché uno dei migliori nel suo ruolo in Serie A.
Nonostante tutto, però, a Napoli sembra essere rimasta quell’isola felice governata da Luciano Spalletti che all’inizio del campionato è riuscito a mettersi davanti a tutti, imponendo il gioco solido e vincente. Ma il Napoli, dopo i risultati piuttosto negativi del mese di dicembre, può ancora credere allo scudetto? Vediamo insieme quali sono i motivi che potrebbero portare i partenopei a laurearsi Campioni d’Italia.
La personalità di Luciano Spalletti
L’allenatore toscano è senza dubbio una delle personalità più carismatiche e positive dell’intero campionato: come già fatto nelle esperienze passate alla Roma e all’Inter, squadre alle quali ha regalato grandi soddisfazioni dopo periodi bui e negativi, fin dai primi momenti in azzurro, mister Spalletti ha instaurato un rapporto diretto con i giocatori.
Tutti i membri del team sono stati messi nelle condizioni di esprimere il loro miglior gioco, nel rispetto della squadra e con un obiettivo condiviso: la vittoria. Senza trattamenti di favore riservati ai pezzi grossi, Spalletti ha creato un clima armonioso e gioioso, senza imporre sempre lo stesso gioco, ma permettendo ai suoi di variare tra schemi e posizioni. Ad aiutare il mister nella creazione della sua isola felice vi è, sicuramente, un organico forte e competitivo che comprende una panchina composta da elementi di pregio che permettono a Spalletti di variare il gioco anche in funzione della squadra che si trovano ad affrontare.
Le risorse della panchina
Sono proprio i giocatori che siedono in panchina a rappresentare un altro fondamentale punto di forza di questo team: Spalletti è stato in grado di portare tutti i giocatori dalla sua parte, senza escludere nessuno e, anzi, trovando il modo di coinvolgere anche chi si era sentito escluso dalle gestioni precedenti.
Ed è così che chiunque entra in campo, in qualsiasi fase della partita, è pronto ad andare in guerra per ripagare la fiducia del mister: Lobotka, Ounas, Mertens e Demme sono solo alcuni esempi che ben mostrano quanto una panchina di livello possa aiutare al momento della scelta della formazione tipo.
La potenza offensiva
Il punto di riferimento dell’attacco partenopeo, Victor Osimhen, è soltanto la punta di diamante di un reparto vasto e versatile: alla velocità del nigeriano si affiancano la qualità del capitano Lorenzo Insigne, capace di giocate da capogiro, la versatilità di Dries “Ciro” Mertens, l’atteggiamento di Hirving Lozano e la qualità indiscussa di Arek Milik. Anche le riserve, da Petagna a Politano, hanno tutte le carte in regola per dare fiato ai titolarissimi.
Per i prossimi mesi, il calendario sembra sorridere agli azzurri, data l’alternanza di big match e partite, sulla carta, più semplici da portare a casa. Inter e Milan non sono ancora pronte ad abbandonare definitivamente la parte alta della classifica, ma i ragazzi di Spalletti, senza temere gli assalti delle altre big, hanno ancora tanti motivi per credere al sogno dello Scudetto.