I Napoletani fischieranno Sarri. Il tifosi azzurri hanno confuso l’allenatore con l’uomo. A Napoli hanno capito tardi chi era davvero il “comandante”.
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I NAPOLETANI E SARRI
Rivoluzionario o incravattato? Qual è il vero Maurizio Sarri? Quello delle conferenze napoletane da capopopolo o quello juventino, pacato ronaldista?
Fra la versione napoletana di Sarri e quella juventina, c’è l’adattabilità automatica del tecnico di Figline che è tutto tranne che un integralista. Alla Juventus sta dimostrando di essere elastico e per nulla rigido.
Il contesto è completamente diverso da quello napoletano e completamente diversi sono i concetti che esprime. A Napoli nacque una narrazione intorno a lui che non era partita direttamente da lui. “Fino al Palazzo” divenne il motto del Napoli sarrista.
Lui cavalcò quel tipo di narrazione perché aveva fatto scattare un’unione all’interno della squadra e fra la squadra e la città che poteva essere un elemento importante per l’obiettivo finale, ovvero vincere lo scudetto.
E in fondo al terzo anno ci è andato molto vicino. Una volta che ha lasciato Napoli, ha anche lasciato quel tipo di comunicazione. Alla Juventus, fin dalla prima conferenza stampa, ha indossato nuovi panni, perché quello era necessario per il suo obiettivo, che rimane vincere.
A NAPOLI FISCHIERANNO SARRI
Secondo il quotidiano la repubblica “L‘errore dei napoletani è stato confondere il personaggio Sarri con l’uomo. I napoletani hanno conosciuto il primo e ignorato il secondo.
Erano convinti che Sarri fosse un eroe, un comandante rivoluzionario, questo era diventato Maurizio Sarri per i tifosi del Napoli, convinti di avere trovato in lui un nuovo paladino senza scadenza, fedele per sempre alla bandiera azzurra come Maradona”.
Ora i napoletani si sentono traditi. Non hanno mai perdonato al mister di essere andato alla Juventus. Sarri ha vissuto pochissimo la città, è rimasto confinato nel centro tecnico di Castel Volturno.
Dei tre anni di Sarri sono rimasti pochissimi selfie: il segnale di un distacco reale e insospettabile, agli antipodi con il legame viscerale tra il Comandante e i tifosi del Napoli. È stato quello ad andare in frantumi con il passaggio alla Juve, non un rapporto umano rimasto invece embrionale.
I napoletani fischieranno Sarri: hanno capito tardi che look e slogan facevano parte del gioco, bello finché è durato. Ma il Comandante non si sente un traditore, ha interpretato la parte, marciandoci magari un po’”.