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di Adriano Pastore
Io una volta sognavo sempre mio nonno materno, l’unico che conobbi. Dissi: va bene, per adesso mi servono almeno cinquecento milioni, il mistero della vita e della morte lo posso scoprire dopo che mi sono comprato una bella macchina nuova e una villa a Capri. Ma dovette succedere qualcosa all’antenna. Il nonno sparì nell’effetto nebbia e non lo ritrovai più
Riccardo Pazzaglia, Napoletano nell’accezione più nobile del termine, è stato uno scrittore, giornalista, paroliere, attore e regista italiano.
Un poliedrico dall’inarrestabile creatività, dal pensiero fluido ma probabilmente destinato a restare dietro le quinte se non fosse stato per Quelli della Notte, trasmissione televisiva ormai cult che nel 1985 lo catapultò in un’improvvisa e sorprendente notorietà.
Surreale quanto il programma che svolgeva, un nonsense nel caos generale. Renzo Arbore lo ricorda così:
“Era un grande uomo di idee, la banalità non gli apparteneva: basti pensare che in tempi non sospetti le sue simpatie politiche erano neoborboniche. Umorismo raffinato, leggero e pulito”.
Come dimenticare il cameo in Così Parlò Bellavista. La scena del nipote Geppino e del cavalluccio rosso. Oppure quella del popolo dei fuochisti in 32 Dicembre, o il Mancini di papà in Il Mistero di Bellavista.
Spaccati di napoletanità senza tempo, pura e limpida. Anche se non fortunatissimo, Pazzaglia si è cimentato nella regia. Su tutti Separati in Casa realizzato con Simona Marchini, tratto dal suo omonimo libro.
Autore di testi di altissimo livello, in particolare per Domenico Modugno, con il quale aveva un rapporto unico. Scrisse brani del calibro di Sole, sole, sole, Lazzarella, Io, mammata e tu, Meraviglioso”.
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