Riccardo pazzaglia: Il genio neoborbonico

 

Riccardo Pazzaglia

di Adriano Pastore

Io una volta sognavo sempre mio nonno materno, l’unico che conobbi. Dissi: va bene, per adesso mi servono almeno cinquecento milioni, il mistero della vita e della morte lo posso scoprire dopo che mi sono comprato una bella macchina nuova e una villa a Capri. Ma dovette succedere qualcosa all’antenna. Il nonno sparì nell’effetto nebbia e non lo ritrovai più

 

Riccardo Pazzaglia, Napoletano nell’accezione più nobile del termine, è stato uno scrittore, giornalista, paroliere, attore e regista italiano.

Un poliedrico dall’inarrestabile creatività, dal pensiero fluido ma probabilmente destinato a restare dietro le quinte se non fosse stato per Quelli della Notte, trasmissione televisiva ormai cult che nel 1985 lo catapultò in un’improvvisa e sorprendente notorietà.

Surreale quanto il programma che svolgeva, un nonsense nel caos generale. Renzo Arbore lo ricorda così:

“Era un grande uomo di idee, la banalità non gli apparteneva: basti pensare che in tempi non sospetti le sue simpatie politiche erano neoborboniche. Umorismo raffinato, leggero e pulito”.

Cinema –

Come dimenticare il cameo in Così Parlò Bellavista. La scena del nipote Geppino e del cavalluccio rosso. Oppure quella del popolo dei fuochisti in 32 Dicembre, o il Mancini di papà in Il Mistero di Bellavista.

Spaccati di napoletanità senza tempo, pura e limpida. Anche se non fortunatissimo, Pazzaglia si è cimentato nella regia. Su tutti Separati in Casa realizzato con Simona Marchini, tratto dal suo omonimo libro.

Musica –

Autore di testi di altissimo livello, in particolare per Domenico Modugno, con il quale aveva un rapporto unico. Scrisse brani del calibro di Sole, sole, sole, Lazzarella, Io, mammata e tu, Meraviglioso”.

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