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Come racconta Pasquale Tina su la Repubblica, Antonio Conte ha scosso Castel Volturno con parole pesanti che hanno segnato una frattura tra il tecnico e parte dello spogliatoio. «Non siamo una squadra», ha detto l’allenatore del Napoli, aggiungendo con tono ancora più deciso: «Ognuno non può pensare al proprio orticello come succede ora. Io morti non ne accompagno».
Secondo quanto riporta la Repubblica, le prime crepe nel gruppo erano emerse già dopo il pesante 6-2 di Eindhoven, ma i segnali di malumore si erano visti anche dopo la sconfitta con il Torino. Conte ha chiesto ai suoi di «ritrovare la voglia di faticare insieme», sottolineando che «nove acquisti sono stati troppi, ma abbiamo dovuto farlo». Parole che, come spiega Tina, non rappresentano una critica al mercato ma al difficile inserimento dei nuovi arrivati, che ha alterato l’equilibrio interno dello spogliatoio.
Il tecnico salentino ha poi fatto riferimento a un malcontento crescente tra chi ha avuto meno spazio, come Lang e Neres, scegliendo di riaffidarsi alla vecchia guardia. Anche il capitano Di Lorenzo, scrive ancora la Repubblica, ha evidenziato la necessità di maggiore spirito di squadra. Dopo segnali positivi fino alla sfida col Como, Conte si era detto «soddisfatto» e pronto ad andare «in guerra sportiva» con i suoi, ma le difficoltà si sono riaffacciate con l’Eintracht Francoforte e, soprattutto, nella gara di Bologna, dove ha criticato l’atteggiamento rinunciatario: «Abbiamo fatto il compitino e questo non basta».
Come sottolinea Pasquale Tina, l’allenatore non ha gradito le indiscrezioni provenienti da Castel Volturno sul programma di lavoro e sugli infortuni. Conte, da sempre aperto al dialogo ma inflessibile sulle decisioni, ha voluto ribadire la sua leadership: «La decisione finale è mia, non accetto che venga messa in discussione».
Infine, l’ex tecnico dell’Inter e della Nazionale ha ricordato la scorsa stagione, quella del post scudetto di Spalletti, chiusa al decimo posto: «Non dimentichiamo da dove veniamo». Nel mirino, scrive la Repubblica, c’è il senso di appagamento che serpeggia nel gruppo e il rischio di una crisi psicologica. Il messaggio finale di Conte è stato netto: «Se vogliamo rimboccarci le maniche e risolvere la situazione, bene. Altrimenti ognuno si assumerà le sue responsabilità, e lo farò io per primo».
Un ultimatum che, come conclude Pasquale Tina su la Repubblica, suona come un appello alla ricompattazione del gruppo: o il Napoli torna squadra, o la stagione rischia di precipitare.