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C’è un Napoli che domina in Italia, con lo scudetto sul petto e un’identità chiara, e un Napoli che in Europa fatica a decollare. La sconfitta di Lisbona ha riaperto il dibattito sul doppio volto degli azzurri e sulle difficoltà nel gestire il doppio impegno. A offrire una chiave di lettura è Alessandro Renica, intervistato da Il Mattino, che invita a contestualizzare il momento senza cercare alibi forzati.
«La rosa, sulla carta, è fortissima. Il club ha fatto il massimo in estate per regalare a Conte le alternative giuste. Ma se poi hai quasi il 50% della squadra fuori, qualche problema lo dovrai pur avere», spiega Renica a Il Mattino, sottolineando come le numerose assenze abbiano inciso più di ogni altro fattore.
Secondo l’ex difensore del Napoli, il problema principale visto al Da Luz riguarda le rotazioni. «Non ci sono le rotazioni giuste al momento. Ma Conte può fare poco in questa fase. Il Napoli veniva da una grande rincorsa nelle ultime cinque partite: era naturale andare incontro a una gara complicata come quella di Lisbona», aggiunge Renica nell’intervista concessa a Il Mattino.
Sul piano mentale, il Benfica è apparso più leggero. Un aspetto che Renica evidenzia con un paragone netto. «Li ho visti più sereni, anche Mourinho in panchina. Dopo le occasioni sbagliate in avvio da Ivanovic e Aursnes, hanno continuato a giocare senza paura. In Italia, dopo errori simili, vedresti giocatori disperarsi per minuti prima di ritrovare la concentrazione». Un passaggio che Il Mattino riporta come fotografia di una diversa cultura calcistica.
Tra le possibili soluzioni, Renica si espone chiaramente sul tema giovani. «Vergara? Sposerei subito la sua causa. In questo Paese i giovani vivono sempre troppe difficoltà. Mi è sembrato un calciatore con personalità. Se Conte lo tiene in gruppo è perché lo merita». L’ex azzurro ammette il rischio di errori, ma li considera parte integrante del percorso di crescita, come ribadito ancora a Il Mattino.
Sul tema del recupero fisico, Renica non nega il peso dei due giorni in più avuti dal Benfica, ma ridimensiona il discorso. «Sono un fattore, certo, ma non serve cercare altri alibi. Un calo era prevedibile. Ora bisogna riposare dopo una trasferta così e pensare subito a Udine». Lo sguardo, inevitabilmente, va a gennaio: «Con qualche rientro, il Napoli potrà guardare con più serenità alle prossime gare europee e qualificarsi ai playoff».
Infine, una riflessione più ampia sul percorso di una squadra. «C’è una certezza: dopo tre partite giocate alla grande, una la sbagli di sicuro. È proprio in quella partita che una squadra deve attingere alle sue risorse», conclude Renica nell’intervista pubblicata da Il Mattino, offrendo una lettura equilibrata di un momento complesso ma non definitivo.