Giacomo Raspadori ha rilasciato una intervista a Gazzetta dello Sport, l’attaccante del Napoli ha parlato di scudetto e Champions League.
Raspadori in estate ha voluto fortemente il Napoli e lo conferma anche in una intervista a Gazzetta dello Sport: “Un’emozione forte. Non avevo giocato tanto ad altissimo livello. C’erano altri club ma il Napoli ha avuto più fiducia“.
Raspadori sta giocando poco ed è normale che voglia giocare di più “essendo ambizioso. Ma la nostra forza è sentirci parte del gruppo. tutti titolari quando siamo chiamati in causa”.
Spalletti ha fiducia del giocatore e Raspadori dice di non sentire la pressione di giocare in troppi ruoli anche se “la mia posizione naturale è al centro, dove ho cominciato: prima punta o trequartista, diciamo un 9 e mezzo“.
Raspadori: Napoli e lo scudetto
L’attaccante viene accostato a Dybala da Lippi, a Mertens da Savoldi e Macini lo vede un po’ come Villi: “Penso di avere qualcosa di tutti questi simboli” dice Raspadori che non si tira indietro se deve giocare mezz’ala, ruolo in cui lo vedono bene sia Mancini che Spalletti: “L’ho fatto in allenamento e in amichevole, sono entrato così con la Lazio all’Olimpico. Mi sento più attaccante, ma posso migliorare, più Zielinski che Anguissa. Se un altro ruolo mi fa giocare di più, perché no?”
Poi a Raspadori viene chiesto: Perché nel Napoli qualunque attaccante segna a ripetizione? La risposta è semplice: “Perché il calcio che sviluppiamo fin dalla rimessa in gioco di Meret ha un solo obiettivo: il gol. Non conosciamo retropassaggi andiamo in profondità, creiamo situazioni offensive. Spalletti ha capito che, per le nostre caratteristiche, era più facile arrivare al risultato attraverso il bel gioco“.
Ma con Raspadori si ragiona anche sullo scudetto: “Sarebbe ipocrita non parlarne. Una grande occasione costruita con il lavoro di tutti i giorni. È dalla prima giornata che ce lo siamo messo in testa, la mentalità è stata quella giusta, pazzesco l’affetto dei tifosi. Viaggiamo senza mai ricordare di avere dieci, quindici punti di vantaggio, pensando solo a farne altri tre nella prossima. E se gli avversari perdono non ne parliamo“.