Le indagini fanno emergere alcuni retroscena sulla rapina a Milik. Secondo gli inquirenti L’sms ai banditi è partito dal San Paolo.
NAPOLI. Arrivano nuovi retroscena sulla rapina a Milik. Secondo, la Procura di Napoli Nord ritiene che la rapina al calciatore sia stata organizzata in due atti. Il calciatore sarebbe stato segnalato con un sms.
La rapina a Milik
Arek Milik al rientro a casa ha trovato i malviventi ad attenderlo. Pistola in pugno gli hanno rapinato un Rolex da 27mila euro. È successo tutto in pochi attimi. Milik rientrava a casa dalla partita di Champions di mercoledì. Alla guida della sua auto c’era la compagna perché, come lui stesso ha riferito ai carabinieri, dopo le partite preferisce rilassarsi. Quando sono arrivati davanti al cancello che chiude il viale che porta alla sua villa di Varcaturo si sono palesati i due banditi. «Mi stavano aspettando, sapevano tutto e non hanno detto una parola. Avevano le pistole e hanno spaccato il vetro. Poi hanno portato via l’orologio che avevo al polso».
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L’sms ai banditi è partito dal San Paolo
Per i carabinieri che sono stati delegati dalla Procura di Napoli Nord a indagare, l’ipotesi di reato è di rapina aggravata e sono state acquisite le immagini di dieci telecamere di sorveglianza che potrebbero aver ripreso lo scooter con in sella i due banditi che hanno assalito il calciatore.
Milik non è stato inseguito ma chi lo ha rapinato è stato avvisato da qualcuno che ha aspettato che uscisse dai garage dello stadio San Paolo poco prima di mezzanotte. Un sms al cellulare dei banditi che erano distanti poche decine di metri da via Ripuaria, lì dove Milik si sarebbe fermato davanti al cancello elettronico di casa.