Mino Raiola non è l’agente di Insigne. Caos con Ottaiano e soci. Il degrado del sistema calcistico è ben rappresentato da questo procuratore di origini campane residente a Montecarlo.
Raiola non è l’agente di insigne, caos con i procuratori
NAPOLI – Mino Raiola non è l’agente di Insigne. Anche se quando parla, un po’ sembra già esserlo. Non lo è perché i tre agenti storici hanno ancora una procura tra le mani con scadenza 2019, rinnovata e firmata appena 5 mesi fa. Vero, però, che ormai i rapporti tra Lorenzo e Ottaiano e soci sono ormai meramente formali. Forse, persino inesistenti.
Mino e i cartoni animati
Ma Raiola dà il meglio di sé quando replica a De Laurentiis che lo ha definito, qualche giorno fa, «un cartone animato». Da un cartoon all’altro, con Raiola che in certi momenti sembra Gru, il cattivo di«Cattivissimo me», talmente cattivo al punto da architettare di rubare la luna. Ripensamenti? Pentimenti? Quasi mai. La luna in questo caso è Insigne. «Passare sul cadavere di De Laurentiis per portarlo via? A Insigne può anche scadere il contratto tra 4 anni e poi che fa? Sbatte per terra? Il Barcellona è andato in panico dopo la partenza di Neymar, ma quanto vale Insigne si vedrà quando il Napoli e il suo presidente decideranno di venderlo».
Raiola rappresenta bene il degrado del sistema calcistico
Il degrado del sistema calcistico è ben rappresentato da questo procuratore di origini campane residente a Montecarlo, che onestamente dichiara che la sua vita è una vacanza. Parla di tutto e tutti, lancia messaggi in codice, crea turbative. Ci sono regole che lui, pur vivendo a Montecarlo e viaggiando con aerei privati, non ha ancora imparato: le regole dell’educazione e del rispetto.
Un consiglio per Insigne
A Insigne, il più pagato da De Laurentiis (4,5 milioni a stagione), un affettuoso consiglio: non si lasci indurre da Mino in tentazione e creda davvero nel valore della maglia che bacia dopo ogni gol.