Quasi 300 presenze tra Serie A e B: dopo il ritiro si è rimboccato le maniche | Fa il pane tutti i giorni

Vasari (lapresse) - napolipiu
Dalla marcatura a uomo ai panini col sesamo: oggi la vita è un’altra, e non c’entra più il pallone.
C’è chi lascia il calcio e sogna di restare nel giro, e chi invece volta pagina senza guardarsi indietro.
Lontani dalle telecamere, dalle telecronache, dai contratti milionari. Alcuni ex calciatori, una volta appese le scarpe al chiodo, scelgono strade impensabili: falegnami, politici, attori, detective privati, persino produttori di preservativi. Storie che sembrano uscite da una serie Netflix, e invece sono tutte vere.
È il lato “umano” del calcio, quello che non si racconta nelle interviste pre-partita. Una vita normale dopo una carriera da professionista. O, in certi casi, un’esistenza straordinaria sotto altre luci.
C’è ad esempio Stuart Ripley, ex nazionale inglese, che oggi fa l’avvocato specializzato in diritto sportivo. Oppure Tim Wiese, ex portiere del Werder Brema e della Germania, che una volta smesso di parare è diventato un wrestler della WWE, muscoli e paillettes. E poi c’è Arjan de Zeeuw, ex difensore olandese con un passato al Wigan: oggi lavora come detective in Olanda, indagando su casi di frode e crimini finanziari. Decisamente più rischioso che marcare un attaccante in area.
Dal rettangolo verde alla vita vera
Ma non servono storie da film per raccontare il dopo-carriera. Curtis Woodhouse, ad esempio, una volta centrocampista in Premier League, ha lasciato il calcio per diventare pugile professionista, vincendo persino un titolo britannico. Meno impattante ma altrettanto insolita la parabola di David Icke, ex portiere di riserva del Coventry, oggi teorico del complotto a tempo pieno e autore di libri che vendono in tutto il mondo.
Ci sono poi quelli che si sono reinventati in modo più… creativo. Come Jonathan de Falco, ex giocatore belga, che oggi lavora nel cinema hard. O Raimondas Zutautas, ex centrocampista lituano, oggi produttore di preservativi biologici. Sì, hai letto bene.
Il pane della vita
E poi c’è Gaetano Vasari, l’ala destra che fece impazzire i difensori negli anni ’90. Arrivato tardi in Serie A, a 27 anni, dopo una promozione col Cagliari, Vasari visse il suo sogno tra i grandi solo per una stagione. Poi di nuovo Serie B, alla Sampdoria di Ventura, senza risalita. Ma a Lecce scrisse una pagina bellissima: doppietta alla Lazio e salvezza conquistata. Un eroe silenzioso, come se ne vedono pochi.
Dopo il ritiro, nel 2006, ha scelto la semplicità. Ha aperto un panificio a Palermo, proprio accanto allo stadio Barbera. “Qualcosa dopo il calcio dovevo fare”, ha raccontato con naturalezza. “Sono di Borgovecchio, abituato a lavorare da sempre. Ho comprato questo panificio e me lo porto avanti con orgoglio”. Oggi, mentre impasta e inforna, Vasari continua a far felici i suoi tifosi. Non con i dribbling, ma con il profumo del pane caldo.