Protezione Civile, Borrelli: “A casa ancora per diverse settimane, anche il 1 maggio”

Il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli sulla situazione coronavirus in Italia: “Dovremo restare a casa ancora per molte settimane, anche il 1 maggio”. 

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Non usa mezzi termini il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli che in una intervista a Radio Anch’io su Radio Rai dice chiaramente: “Resteremo a casa ancora per molte settimane” anche il “primo maggio“. L’emergenza coronavirus è ancora lontana dall’essere transitata e lo fa capire Borrelli che dice: “Dovremo restare ancora a casa, avere comportamenti rigorosissimi. Il virus cambierà il nostro modo di approcciarci e relazionarci alle persone, bisogna mantenere le distanze“.

Insomma le misure di sicurezza, che il governo ha esteso fino al 14 aprile, potrebbero andare ben oltre quella data. Almeno secondo quanto fa capire Borrelli che a Radio Capital ha aggiunto: “Dobbiamo fare estrema attenzione per evitare di farci sfuggire la catena di contagi” anche sull’ora d’aria viene sottolineato che “non è una misura operativa” e che “bisogna rispettare le regole“. Sulla fase 2 della quarantena, con relativa riapertura di alcune attività il capo della protezione civile ha aggiunto: “Da qui al 16 maggio potremo avere ulteriori dati positivi e quindi pensare di passare ad un’altra fase“.

Coronavirus calano i contagi

In questo contesto c’è anche qualche notizia positiva, che viene data dallo stesso Borrelli che dice di attenersi ai fatti: “Ci troviamo in una situazione stazionaria. Diminuiscono i contagi ed i ricoverati in terapia intensiva. In questo modo anche i nostri ospedali ed in ostri medici hanno la possibilità di rifiatare, anche perché meno persone hanno bisogno delle cure ospedaliere“. In questo contesto bisogna sottolineare anche che “aumentano i guariti e ci sono più positivi che hanno pochi o pochissimi sintomi“. Nonostante tutto è assolutamente necessario tenere la guardia alta perché la lotta al coronavirus è ancora lunga. Intanto va avanti la ricerca di un vaccino, che forse è l’unica vera soluzione.

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